La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Antimafia: Per la prima volta sei pagine della relazione DIA solo sul FVG

Che il Friuli Venezia Giulia non sia immune dalle mafie, lo sapevamo da tempo. Ma impressiona vedere come, nell'ultima relazione della DIA, che ha per riferimento il primo semestre del 2018, si sia passati dalle canoniche poche righe dedicate al FVG, a ben sei pagine strutturate solo su questa regione. Ciò perchè è cambiata anche la struttura della canonica relazione rispetto al passato. Si ricorda che nelle pregresse relazioni si evidenziava che “…la presenza delle mafie in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige non appare così consolidata e strutturata come nelle regioni del nord ovest, ma diversi elementi fanno ritenere che siano in atto attività criminali più intense di quanto finora emerso perché l’area è considerata molto attrattiva…”

Cosa dice il quadro attuale?
FVG polo di potenziale attrazione per sodalizi criminali mafiosi
Si scrive che "la ricchezza del tessuto economico-produttivo del Friuli Venezia Giulia permette di riprodurre lo stato di sostanziale equilibrio socio economico di tutto il nord-est d’Italia e, come tale, costituisce un polo di potenziale attrazione per i sodalizi criminali, anche di tipo mafioso. Analogamente a quanto registrato nella altre regioni della macroarea geografica in analisi, non si ravvisano le caratteristiche della stabilizzazione e del consolidamento di tali gruppi criminali ma, sicuramente, emergono i caratteristici segnali di interessi criminosi volti principalmente ad attività di reinvestimento e riciclaggio dei proventi di attività illecite."

Generale innalzamento della percezione di penetrazioni criminali
"La presenza di soggetti malavitosi, anche collegati alle organizzazioni mafiose del sud Italia, emersa nel corso di indagini ed evidenziata anche dalle interdittive antimafia emesse dalle locali Prefetture, sta facendo maturare un generale innalzamento della percezione del rischio relativo alla penetrazione criminale. Rischio, peraltro, evidenziato anche dalla “Commissione parlamentare antimafia” che non ha mancato di sottolineare, nella Relazione conclusiva, il pericolo di infiltrazione nel tessuto produttivo del Triveneto e del Friuli Venezia Giulia in particolare: “Anche il Friuli Venezia Giulia è oggetto di attenzione dei gruppi mafiosi per alcune ragioni specifiche: presenza nelle zone confinanti dei Paesi della ex Jugoslavia di organizzazioni criminali; l’espansione nella vicina Europa orientale di un vasto mercato di stupefacenti; l’influenza del porto di Trieste nei traffici verso l’est; i flussi migratori che transitano attraverso il territorio… La Commissione ha sollecitato una maggiore vigilanza sui rischi di infiltrazioni criminali, in particolare nei cantieri navali di Monfalcone...” .
 Fenomeno sottovalutato 
"Il pericolo insito in una possibile sottovalutazione del fenomeno è stato, altresì, in più circostanze, sottolineato anche dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia."

Il porto franco  di Trieste va monitorato
"Il porto di Trieste riveste un ruolo strategico per l’economia regionale e nazionale, anche sotto il profilo occupazionale, al punto che il recente Decreto interministeriale del 13 luglio 2017, n. 368789 riconosce allo scalo marittimo il particolare status di “porto franco”, un unicum nell’ordinamento giuridico italiano e comunitario. Con tale disposizione normativa, infatti, è attribuita all’Autorità portuale la possibilità di modificare l’area dei “punti franchi” del sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, nonché di autorizzare, nell’ambito degli stessi, le attività di “manipolazione” e “trasformazione industriale delle merci”. Anche alla luce dell’emanazione del citato decreto e delle significative opportunità di investimento che ne conseguono, è importante mantenere alto il livello di attenzione di tutti gli organismi istituzionali interessati a prevenire tentativi di infiltrazione o, comunque, lo sviluppo di qualsivoglia attività illecita da parte della criminalità organizzata. A questo passo in avanti per l’economia nazionale, deve parallelamente corrispondere un aumento della soglia
di attenzione da parte delle Autorità, chiamate a vigilare sui possibili tentativi di infiltrazione nei traffici di merci, nella gestione della struttura portuale e nella cantieristica collegata."

Particolare attenzione alla provincia di Gorizia
 "Un’attenzione che dovrà essere parimenti rivolta anche alla provincia di Gorizia, in particolare agli importanti cantieri navali di Monfalcone che, per le caratteristiche delle attività che vi si svolgono, nonché per la loro rilevanza economica, potrebbero ricadere nelle mire della criminalità organizzata. In proposito, già nell’aprile 2013, con l’operazione “Darsena 2”, la DIA di Palermo registrò dei tentativi di infiltrazione di un imprenditore palermitano, legato a Cosa nostra, che con le sue società aveva ottenuto appalti per i bacini di Ancona, La Spezia, Marghera e, appunto, Monfalcone. Non sono mancate, poi, evidenze circa l’operatività di soggetti siciliani che avrebbero operato in collegamento con i sodalizi di origine. Analoga attenzione andrà posta, già in fase preventiva, ad ogni opera che determini lavori complessi ed investimenti particolarmente significativi come il progetto di realizzazione della terza corsia dell’autostrada “A4” lungo l’asse Venezia-Trieste. Un tratto autostradale di circa cento chilometri, equamente diviso tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, ed oggetto di interesse da parte degli Organi Amministrativi competenti."

 Provincia di Pordenone attenzione alla mafia siciliana
"Passando ad altre aree del territorio regionale, nella provincia di Pordenone la presenza di soggetti legati alla criminalità organizzata siciliana è stata riscontrata da tempo, a partire dai provvedimenti cautelari795 eseguiti nei confronti di soggetti ritenuti organici alla famiglia EMMANUELLO, influente nella zona di Gela (CL). Gli stessi erano impegnati nell’esecuzione di opere edili in un importante cantiere, nella località di Aviano (PN). Un interesse per l’edilizia manifestato anche dalle cosche calabresi, che nel tempo si sono inserite anche nei settori meccanico, estrattivo, dell’abbigliamento  e del trasporto in conto terzi."

Provincia di Udine attenzione alla camorra e non solo
"In provincia di Udine si è registrata, nel corso degli anni, la presenza di soggetti collegati alla camorra, alcuni dei quali insediatisi nello storico mercato di Tarvisio, attivi nel commercio al dettaglio di abbigliamento; tali attività spesso sono utilizzate come copertura di condotte illecite, quali lo spaccio di sostanze stupefacenti. Indagini pregresse hanno, tra l’altro, accertato la presenza di ramificazioni di organizzazioni camorristiche – i clan napoletani LICCIARDI, CONTINI, MALLARDO e DI LAURO, nonché quello, originario del casertano, dei CASALESI, – in particolare presso i centri della costa marittima di Trieste e Monfalcone (GO), nonché a Lignano Sabbiadoro (UD). Se per la ‘ndrangheta, Cosa nostra e la Camorra sono stati, nel tempo, colti dei segnali di operatività legati innanzitutto all’infiltrazione nell’economia legale, alcune indagini della DDA di Bari hanno evidenziato l’interesse di alcuni sodalizi baresi verso il territorio friulano. In particolare, la criminalità organizzata pugliese avrebbe adottato, per il Friuli Venezia Giulia così come per altre
zone d’Italia, la tecnica del “pendolarismo criminale”.

Criminalità straniera in FVG
"Per quanto concerne, infine, la criminalità straniera, va rilevato, in primo luogo, come la provincia triestina sia caratterizzata dalla presenza di un’importante comunità di etnia serba, la cui componente criminale è tendenzialmente dedita alla gestione del lavoro nero, in prevalenza nel settore dell’edilizia, attraverso lo sfruttamento della manodopera di operai e manovali provenienti dall’est-Europa ed in particolare dalle Repubbliche dell’ex-Jugoslavia. Nella regione insiste, inoltre, una significativa componente di etnia cinese. In tale contesto, nel marzo 2018, con l’operazione denominata “Veneralia”, i Carabinieri hanno scoperto alcuni centri massaggi, gestiti da cinesi e siti nelle province di Udine e Pordenone, utilizzati per lo sfruttamento della prostituzione. La posizione geografica espone il territorio anche a traffici illegali originati dall’area balcanica o, più in generale, dall’est Europa. A tal proposito, appare emblematica l’operazione “Kolumb”, condotta nel giugno 2018 dall’Arma dei carabinieri, in collaborazione con le Polizie slovena e croata, la Guardia Civil spagnola e con il coordinamento di Europol, che ha disarticolato un’associazione per delinquere - composta da 14 soggetti di nazionalità slovena, serba e croata - finalizzata al contrabbando di armi da guerra, provenienti da Paesi dell’ex Jugoslavia e destinate al mercato illegale spagnolo e francese. Un altro sodale, cittadino bosniaco, era stato già arrestato dai Carabinieri, nell’aprile 2018, in provincia di Gorizia, in quanto trovato in possesso di numerose armi da guerra." Il grafico che segue evidenzia i reati sintomatici di criminalità organizzata registrati in Friuli Venezia Giulia nel primo semestre del 2018:
mb
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