Gorizia e Nova Gorica una capitale europea della cultura divisa dalla memoria storica, giusto così

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L'ennesimo no giunto dal Comune di Gorizia alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini, ha scatenato un putiferio politico rilevante. Ma era da mettere in conto. Come è risaputo, dal punto di vista storico, Gorizia nel conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini non fece nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che fecero sostanzialmente tutti i comuni italiani nel ventennio. L'atto non fu spontaneo, ma un banale allineamento alle volontà del regime. La Stampa del 21 maggio 1924 denunciava, in diversi casi, l'esistenza di alcune circolari sia prefettizie che di funzionari fascisti, che invitavano i Comuni a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini per blindare l'inizio della nuova legislatura. Circolari che valevano come monito per i Comuni che non avevano seguito ancora l'esempio di Roma. Ed i  Prefetti, nel loro atto "riservato" invitavano i consigli comunali, che si prodigavano a riconoscere la cittadinan

Veneto e FVG sono destinate a "fondersi"? E' in arrivo il grifone del NordEst?



Non c'è mai stato buon sangue tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, nonostante il fascismo tramite la sua lettura distorta della storia in gran parte del FVG abbia disseminato i simboli della Serenissima, nonostante una concorrenza spietata tra queste due terre, battaglie spietate, dalle vicende storiche e tramandate delle saline al sistema portuale di questo terzo millennio, ad esempio. Per non parlare del pasticcio storico della Venezia Giulia, come se a Bologna gli si aggiungesse la qualificazione di "romagnola".  Una ridicolaggine storica che continua a sopravvivere inspiegabilmente al tempo. Doveva essere la Venezia Giulia, negli intenti, ponte verso quell'Adriatico sempre mare di conquista scivolando per le terre istriane corteggiate e desiderate dal sistema veneto a partire dalla sua antichissima storia. Per arrivare al presente, un presente che vede il FVG sempre più assimilato al Veneto, nonostante ridicole battaglie che vedono alcuni Comuni voler fuggire dal Veneto per entrare in Friuli, che hanno favorito la richiesta di maggior concessione di autonomia al Veneto, a cui il FVG assomiglia sempre di più, dalla politica al sistema strutturale ed economico. Insomma il dubbio è se il Veneto divorerà il FVG, se il leone mangerà l'aquila friulana e l'alabarda triestina verrà deposta oppure se semplicemente si arriverà ad una fusione tra due regioni contigue, confinanti, storicamente in conflitto ma che oggi vedono il FVG, a partire dal calo demografico pauroso, e dalla situazione complessiva sociale non certamente florida, essere in fase di assoluta debolezza e non in grado di reggere a quella che potrebbe sembrare per tanti una semplice ovvietà, per altri una grande bestemmia che  potrebbe portare al grifone del NordEst.

Marco Barone

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