Il 1° luglio 2013 la Croazia è diventata il 28° Stato membro dell'Unione europea. L'adesione della Croazia, successiva a quella della Romania e della Bulgaria del 1° gennaio 2007, costituisce il sesto allargamento dell'Unione. Sono in corso i negoziati con il Montenegro, la Serbia e la Turchia. Anche l'Albania e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia sono paesi candidati, mentre la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo rappresentano potenziali candidati.
Dopo la distruzione della Repubblica Jugoslava, che non poteva esistere alle porte della nascente Europa made in USA, poichè il disegno è quello di andare nella direzione degli Stati Uniti d'Europa, e dopo aver subito delle "democratiche" bombe "umanitarie" europee ed Occidentali, quale la
situazione attuale?
Questo è quanto viene riportato sul sito dell'Unione Europea:
a.Albania
L'Albania ha presentato domanda di adesione all'UE il 28 aprile 2009,
pochi giorni dopo l'entrata in vigore dell'ASA UE-Albania. Nell'ottobre
2010 la Commissione ha raccomandato l'avvio dei negoziati di adesione
non appena il paese avesse rispettato i requisiti per 12 «priorità
fondamentali». La Commissione ha rilevato progressi positivi nel 2012 e
ha raccomandato la concessione dello status di candidato al paese, ferma
restando l'adozione delle riforme ancora in fieri. Tali condizioni sono
state ampiamente rispettate prima delle elezioni parlamentari del paese
tenutesi nel giugno 2013, valutate positivamente dagli osservatori
internazionali. Nell'ottobre 2013 la Commissione ha pertanto
raccomandato in modo inequivocabile di riconoscere all'Albania lo status
di paese candidato. Il Consiglio ha preso atto di tale raccomandazione
nel dicembre 2013 e ha concesso lo status di candidato al paese nel
giugno 2014. L'effettivo avvio dei negoziati dipende dagli ulteriori
progressi dell'Albania in merito a cinque priorità fondamentali e in
particolare all'attuazione della normativa relativa alla riforma del
sistema giudiziario.
b.Bosnia-Erzegovina
La Bosnia-Erzegovina è un potenziale paese candidato. Nel giugno 2008
era stato negoziato e sottoscritto un ASA ma la sua entrata in vigore
era stata congelata, principalmente perché il paese non aveva attuato
una sentenza chiave della Corte europea dei diritti dell'uomo.
L'«approccio rinnovato» dell'UE nei confronti del paese, che punta
maggiormente sulla governance economica, ha consentito la tanto attesa
entrata in vigore dell'ASA il 1° giugno 2015. Il 15 febbraio 2016 la
Bosnia-Erzegovina ha presentato ufficialmente la propria domanda di
adesione all'Unione europea e, alla luce dei significativi progressi
compiuti, il 20 settembre il Consiglio ha chiesto alla Commissione di
presentare il suo parere su tale domanda. Come primo passo, il 9
dicembre 2016 la Commissione ha trasmesso alle autorità un questionario
dettagliato. L'UE, inoltre, fornisce sostegno per l'attuazione
dell'accordo di pace di Dayton del 1995, in particolare attraverso la
missione EUFOR ALTHEA.
c.Ex Repubblica jugoslava di Macedonia
L'ex Repubblica jugoslava di Macedonia ha presentato domanda di
adesione all'UE nel marzo 2004 e, nel dicembre 2005, le è stato
riconosciuto lo status di paese candidato. Nel 2009 la Commissione ha
raccomandato l'avvio dei negoziati di adesione con il paese,
raccomandazione avallata dal Parlamento e da allora ribadita in ogni
relazione della Commissione sui progressi compiuti dal paese e in ogni
risoluzione del Parlamento. Tuttavia, nelle sue relazioni del 2015 e del
2016 la Commissione ha ribadito tale raccomandazione a condizione che
si continuasse l'attuazione dell'accordo politico del giugno/luglio 2015
(noto come accordo di Pržino) e si conseguissero progressi sostanziali
nell'attuazione delle urgenti priorità di riforma. La controversia da
lungo tempo irrisolta con la Grecia sulla questione della denominazione
«Macedonia» costituisce un ostacolo importante a un'ulteriore
integrazione nell'UE.
d.Kosovo
Come la Bosnia-Erzegovina, il Kosovo è un paese potenziale candidato.
Dopo la sua dichiarazione unilaterale d'indipendenza nel febbraio 2008,
l'UE ha affermato che il Kosovo aveva una chiara «prospettiva europea».
Tutti gli Stati membri, tranne cinque (Cipro, Grecia, Romania,
Slovacchia e Spagna), hanno riconosciuto la sua indipendenza. Nella
regione, la Serbia e la Bosnia-Erzegovina non hanno riconosciuto il
Kosovo. L'UE ha designato un rappresentante speciale in Kosovo, che è
anche il capo dell'ufficio dell'Unione europea, e ha istituito la
missione EULEX sullo Stato di diritto. Nel giugno 2012 è stata
pubblicata una tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti.
Nella sua quarta relazione sui progressi compiuti dal Kosovo in tale
ambito, pubblicata nel maggio 2016, la Commissione ha affermato che il
paese aveva soddisfatto tutti i requisiti, ma che sussistevano due
questioni in sospeso, tra cui la ratifica da parte del parlamento
dell'accordo di demarcazione delle frontiere con il Montenegro, da
affrontare prima dell'approvazione della sua proposta da parte del
Parlamento europeo e del Consiglio. Il 5 settembre 2016 anche la
commissione LIBE del Parlamento ha subordinato l'avvio dei negoziati per
la liberalizzazione dei visti all'adempimento dei requisiti ancora in
sospeso. In seguito al raggiungimento di un accordo storico nell'aprile
2013 tra Belgrado e Pristina per quanto riguarda la normalizzazione dei
rapporti, il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati relativi
a un ASA con il Kosovo nel giugno 2013. L'ASA è stato firmato il 27
ottobre 2015 ed è entrato in vigore il 1° aprile 2016, in seguito alla
ratifica da parte dell'Assemblea del Kosovo e del Parlamento europeo
(approvazione). Il 9 novembre 2016 è stata adottato un programma di
riforma europeo per i prossimi 12-18 mesi. La futura integrazione del
Kosovo nell'UE, così come quella della Serbia, rimane strettamente
legata ai risultati e all'attuazione del dialogo ad alto livello tra il
Kosovo e la Serbia agevolato dall'UE.
e.Montenegro
Il Montenegro ha presentato domanda di adesione all'UE nel dicembre
2008, oltre due anni dopo la sua dichiarazione d'indipendenza
(riconosciuta da tutti gli Stati membri). Al paese è stato riconosciuto
lo status di paese candidato nel dicembre 2010 e nel giugno 2012 sono
stati avviati i negoziati di adesione. Conformemente al «nuovo
approccio» dell'UE al processo di adesione, i capitoli negoziali
fondamentali sullo Stato di diritto (il capitolo 23 sulla riforma
giudiziaria e i diritti fondamentali e il capitolo 24 sulla libertà, la
sicurezza e la giustizia) sono stati avviati in una fase iniziale del
processo negoziale, nel dicembre 2013. Entro la fine di giugno 2017
erano stati avviati con il Montenegro 28 dei complessivi 35 capitoli
negoziali.
f.Serbia
La Serbia ha presentato domanda di adesione all'UE nel dicembre 2009
e, nel marzo 2012, quando Belgrado e Pristina hanno raggiunto un accordo
sulla rappresentazione regionale del Kosovo, le è stato riconosciuto lo
status di paese candidato. Riconoscendo i progressi compiuti dalla
Serbia verso una normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, in
particolare nell'ambito del dialogo in corso tra Belgrado e Pristina
agevolato dall'UE, il Consiglio europeo in occasione della riunione di
giugno 2013 ha approvato la raccomandazione della Commissione di avviare
i negoziati di adesione con la Serbia. L'ASA UE-Serbia è entrato in
vigore nel settembre 2013 e il 21 gennaio 2014 sono stati formalmente
avviati i negoziati di adesione con la Serbia. I primi due capitoli,
compreso quello sulla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo,
sono stati inaugurati nel dicembre 2015. I capitoli chiave sullo Stato
di diritto (capitoli 23 e 24) sono stati aperti il 18 luglio 2016. Entro
la fine di giugno 2017 erano stati avviati nel complesso dieci
capitoli.
Ma come detto le procedure di allargamento interessano anche la Turchia e l'Islanda.
B.Turchia
La Turchia ha presentato domanda di adesione nel 1987 ed è stata dichiarata paese candidato nel 1999. I negoziati sono stati avviati nel 2005. Otto capitoli sono bloccati e nessun capitolosarà chiuso provvisoriamente fino a quando la Turchia non applicherà a Cipro il «protocolloaddizionale all'accordo di associazione di Ankara». Alcuni Stati membri dell'UE si sono oppostiall'apertura di altri capitoli. Nel maggio 2012 la Commissione ha lanciato un «programmacostruttivo» con la Turchia per rivitalizzare le relazioni bilaterali. Dopo uno stallo di oltre treanni, nel novembre 2013 è stato aperto un nuovo capitolo di negoziato sulla politica regionale e ilcoordinamento degli strumenti strutturali. Un altro capitolo (concernente la politica economicae monetaria) è stato aperto il 14 dicembre 2015 come conseguenza diretta della riunione tra l'UEe la Turchia del 29 novembre 2015. Il 18 marzo 2016 la Turchia e l'UE hanno ribadito il loroimpegno ad attuare il piano d'azione comune per arginare il flusso di immigrati irregolari versol'UE e per rilanciare il processo di adesione. È stato inoltre deciso di accelerare il processo diliberalizzazione dei visti. Il 30 giugno 2016 è stato aperto un capitolo di negoziato aggiuntivo(relativo alle disposizioni finanziarie e di bilancio). Alla luce del drastico deterioramento dello Stato di diritto in seguito al tentativo di colpo di Stato del luglio 2016, il 24 novembre il Parlamento ha approvato una risoluzione nella quale chiedeva una sospensione temporanea deinegoziati di adesione in corso con la Turchia. Ha poi ribadito la sua posizione nella risoluzionedel luglio 2017 sulla Turchia.
C.Islanda
L'Islanda ha chiesto di aderire all'UE nel luglio 2009 e i negoziati sono stati avviati nelgiugno 2010. In quanto democrazia ben consolidata e membro dello Spazio economico europeo(SEE), l'Islanda ha registrato rapidi progressi nei negoziati con l'UE. Tuttavia, il nuovo governoche si è insediato con le elezioni generali del 2013 ha congelato i negoziati di adesione. Nelmarzo 2015 il governo ha chiesto all'UE di non considerare più l'Islanda un paese candidato,pur senza ritirare ufficialmente la domanda di adesione del paese.
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