Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Se ci fosse la stessa indignazione per la questione morale che c'è per i sacchetti di plastica...

Italia patria dell'arte, della cultura, di bellezze e meraviglie esemplari ed uniche. Decantiamo e contempliamo l'immensità, ma non andiamo mai oltre la punta del nostro naso. Oltre quella punta c'è la corruzione, ci sono le mafie, ci sono lamenti d'Italia sulla barca di Caronte inascoltati, ci sono violenze che hanno ucciso il Bel Paese, per arrivare a dire c'era una volta l'Italia. Predichiamo, rimpiangiamo ci perdiamo in nostalgie, nell'assoluto per non accettare quella relatività che ci rende più fragili, umani, che dovrebbe spingerci ad assumere responsabilità e consapevolezze che non vogliamo maturare, perchè è meglio fermarsi non oltre la punta del proprio naso. Quando accade per la questione dei sacchetti monouso il cui costo dovrebbe essere annuo non oltre le 12 euro a famiglia, nei peggiori dei casi, è veramente surreale, incredibile, indicibile. Occorrerebbe qualche serio studio di psicologi se non di psichiatri perchè la cosa sta assumendo contorni ufologici. Certo, è chiaro a tutti che è diventato pretesto per la campagna elettorale, e già abbiamo capito come sarà questa campagna elettorale, miserabile. In giro senti parlare dei sacchetti, di complotti, di favoritismi. Ma nessuno si è mai lamentato di quando sono aumentati i costi dei sacchetti di plastica normali, quelli dove ci butti dentro la spesa, ad esempio. Ci indigniamo fino al ridicolo per un centesimo di sacchetto, che forse pagavano pure prima senza saperlo, chissà. Siamo quelli che si indignano per un centesimo, mentre sperperiamo danaro nelle forme più indicibili, siamo quelli che si indignano per un centesimo quando nessuno batte ciglio per i rincari abituali che inspiegabilmente, e ritualmente, ogni primo gennaio battezzano il nuovo anno per l'Italia. La reazione che vi è stata per la questione di un centesimo è sintomo tipico di un Paese che non ha più futuro, fallito, dove la questione morale è stata sacrificata a favore di disgrazie ed individualismi che ne hanno minato l'essenza per sempre. Forse perchè alla fine dei conti altro non ci è rimasto che un solo centesimo da tutelare. Vuoi vedere che sarà proprio questo centesimo ad essere la classica goccia che farà traboccare il vaso? Solo che se questo vaso trabocca si rischia un salto ginnico indietro tempo di quasi cent'anni e chi ha memoria storica dovrebbe sapere che è quello il periodo storico in cui son iniziate le principali disgrazie per l'Italia.

Marco Barone


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot