Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

In Egitto metodi come nella Germania nazista, Italia fascista, Spagna franchista

Quando vai sul sito dell'ambasciata italiana in Egitto nella sezione rapporti tra i due Paesi emerge che " I rapporti bilaterali tra Italia ed Egitto sono intensi e spaziano dalla cooperazione politica (incontri, missioni, visite di stato, riunioni internazionali, ecc.), a quella economico-commerciale, dalla promozione della lingua e della cultura italiana, alle politiche di sostegno allo sviluppo e alla collaborazione nel campo della ricerca e della scienza.".

E non inferiori sono i rapporti politici, dove si sottolinea che "Vicinanza geografica e storia millenaria di interscambi costituiscono il retroterra delle intense relazioni odierne tra Italia ed Egitto. (...) Paese chiave dell’area mediorientale, l’Egitto rappresenta per il nostro Paese un partner centrale per la stabilità e la pace dell’intera regione."

Il '900 è stato forse il peggiore secolo che ha mai conosciuto l'umanità, perchè al progresso tecnologico è corrisposta una progressione enorme delle dittature, delle modalità di distruzione dei diritti e soprattutto la realizzazione di due guerre che hanno prodotto come mai prima milioni di milioni di morti, feriti, e devastazioni di cui ancora oggi si pagano gli effetti.

Il '900 è stato il secolo delle dittature. La costante delle dittature fasciste, naziste, franchiste in particolar modo era la soppressione della libertà di pensiero, delle idee avverse al regime, del dubbio, della conoscenza. Passando da arresti metodici e sistematici alle sparizioni, dalle torture all'esilio, alla morte più brutale. E si accanivano contro tutti, adulti e bambini. L'età non contava.

Non è necessario avere dei campi di concentramento, fare esperimenti disumani, o dotarsi di forni crematori per trasformare in cenere il nemico della tua "razza". L'impuro. Ci sono metodi e modalità che sono sopravvissute ai regimi dittatoriali ed hanno continuato ad esistere e resistere anche in questo nuovo secolo, porta del terzo millennio.

Viviamo in un mondo dove ovunque evochiamo principi storicizzati dalla rivoluzione francese e costituzionalizzati nelle principali Carte dei Paesi d'Occidente, ma dove si preferisce un male minore al male peggiore, dove si legittima una dittatura x piuttosto che una dittatura y o si arriva a rimpiangere una dittatura che è stata fatta crollare a causa delle note ingerenze esterne che hanno prodotto caos e compromesso i rapporti economici.

Viviamo in un mondo dove i diritti umani vengono sempre dopo gli interessi economici. Il business prima di tutto, poi il resto, un resto che trasforma in manciata od elemosina principi fondamentali che elogiamo a partire dalle nostre scuole, però poi nella realtà i sistemi di potere dimostrano che i fiumi di parole sono destinati a diventare una cosa da ammirare in qualche museo, magari anche con una bella cornice, o bel contesto, ma niente di più.

Viviamo in un mondo dove l'Italia e l'Europa, che dovrebbero applicare la carta dei diritti umani, dare l'esempio in materia di diritti umani, soprattutto dopo aver conosciuto sulla propria pelle il fascismo ed il nazismo, invece si relazionano con Paesi dove le pratiche tipiche delle dittature che l'Europa ha conosciuto in modo violentissimo, sono la normalità. Certo, è anche vero che in Italia ed in Europa ci sono problemi di diritti umani, ma ciò non significa che solo perchè non siamo "perfetti" in ciò dobbiamo continuare a relazionarci con realtà mille volte più criminali rispetto a quella in cui noi viviamo. 

I dati che riguardano quanto accade nel Paese noto per le sue piramidi, Cleopatra o per il suo mare, in materia di diritti umani sono semplicemente degni di quella storia criminale che ha caratterizzato l'Italia fascista, la Germania nazista, la Spagna franchista, guardando all'Europa. 

Metodi criminali che hanno comportato migliaia di sparizioni forzate, arresti illegali, sparizioni anche di minori, centinaia di siti internet bloccati, stupri, torture e fermi arbitrari sarebbero all'ordine. Un Paese dove squadre vestite di nero, a volto coperto, senza alcun mandato e guai a chiederlo, perchè tanto non esiste, perchè loro sono "sovrani" fanno irruzione nella casa di un sospetto di notte o nelle prime ore del mattino, lo catturano e lo portano via. 

E non saprai niente per settimane. Oppure potrai essere rapito per strada. E ciò a prescindere dall'età. Sono diverse le segnalazioni di minori di 14 anni trattenuti per periodi variabili anche superiori ai 50 giorni senza poter contattare le famiglie e figuriamoci l'avvocato. Pestaggi, sospensioni per gli arti al soffitto o ad una porta, mentre sono ammanettati e bendati per lunghi periodi, scosse elettriche al viso, al corpo, ai denti, alle labbra, ai genitali e ad altre aree sensibili per lo più con taser e in pochissimi casi con cavi. Oppure il metodo della griglia in cui le mani e le gambe della vittima sono fissate ad un’asta di legno in equilibrio tra due sedie e vengono sospesi nel vuoto e fatti ruotare oppure vengono ammanettati in modo tale da causare  lesioni ai loro polsi, braccia e spalle. Sono alcuni dei metodi adottati in quel Paese. Ma i numeri delle vittime e di chi non ha fatto più ritorno, sono incerti. Eppure sono enormi, dalle centinaia alle migliaia si ragiona sempre per approssimazione. Perchè i numeri effettivi non li conosce nessuno e dietro ogni numero si cela una persona e questo non va mai dimenticato. 

Un Paese che arresta avvocati come  Ibhrahim Metwaly Hegazy, fermato mentre doveva partecipare ad una riunione del consiglio dei diritti umani. A lui hanno fatto sparire un figlio, mai più ritrovato. Da allora sostiene le famiglie degli scomparsi e vittime di tortura. Sosteneva anche la battaglia per Giulio Regeni. Scomparso nel nulla il 25 gennaio del 2016 e fatto ritrovare il 3 febbraio del 2016. Così come accaduto per tanti altri giovani egiziani, in questo Giulio è stato trattato come un giovane egiziano.

Ora se invece di Egitto, si parlasse di metodi propri della Germania nazista, Italia fascista, Spagna franchista, in un Paese che applica la pena di morte applicabile ad oltre 40 reati, attuata per plotone d'esecuzione o impiccagione, si manterrebbero ugualmente rapporti politici, diplomatici, come se nulla fosse? Si parlerebbe ancora di cooperazione, lo si definirebbe ancora partner centrale? Certo, 5 miliardi di euro di affari son tanti.


"Tutti gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche, commerciali o di altra natura con l'Egitto dovrebbero prendere provvedimenti per manifestare al governo egiziano la propria preoccupazione riguardo il continuo impiego di sparizioni forzate, tortura e altri maltrattamenti, processi iniqui e altre gravi violazioni dei diritti umani e dovrebbero usare la propria influenza per fare pressione e ottenere, così, la fine immediata di queste violazioni."


Marco Barone

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