Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

E c'è anche un pò di Gorizia nel sito ufficiale degli Asburgo


La Gorizia asburgica, segnò una situazione di evidente conflittualità con Venezia, cosa che nel portale ufficiale degli Asburgo, non si può non sottolineare. Gorizia fu una città, per quanto oggi rivendicata come italianissima, in realtà, nota storicamente come la Nizza d'Austria, massima del barone Carl von Czoernig che morì a Gorizia, dove trascorse l'ultima parte della sua vita, scrivendo di Gorizia stazione climatica la definì, felicemente, come “Nizza austriaca”. Una frase potente, visionaria. Dal 1508 fino alla fine della prima guerra mondiale, fu austriaca, tolta la breve parentesi del non rimpianto periodo francese. Nel portale storico degli Asburgo curato dal noto ed importante Schönbrunn Group in collaborazione con l'Austria, c'è un filone dedicato a Gorizia, ma vista l'importanza che  il gradiscano, il Friuli ed il goriziano ebbero per l'impero, forse ci si aspettava qualche capitolo ad hoc da dedicare a questa zona, un po' come accaduto similmente per Trieste, ma questo è e comunque uno spaccato di storia importante in un sito rilevante dove si legge che "il regno di Massimiliano vide anche l'espansione del dominio asburgico in termini di graduale acquisizione di territori nella contea di Gorizia intorno al 1500. L'ultimo principe della dinastia Meinhardiner, Leonhard di Gorizia, concluse un contratto di eredità con gli Asburgo che permise loro di prendere su gran parte dell'attuale Alta Carinzia e del Tirolo orientale insieme alla Val Pusteria nel Tirolo meridionale e nei territori dell'attuale zona di confine tra Italia e Slovenia (Gorizia, Gradisca d'Isonzo, Flitsch-Tolmein). La posizione rafforzata degli Asburgo in questa regione portò al conflitto con Venezia, poiché la repubblica mercantile era una potente rivale per l'influenza sul Friuli e sulla regione alpina dell'Italia settentrionale. Ulteriori acquisizioni territoriali includevano le regioni del Tirolo settentrionale con Kufstein, Rattenberg e Kitzbühel, insieme all'area intorno al Mondsee che Massimiliano aveva rivendicato nel suo conflitto nella successione ereditaria della dinastia Wittelsbach".  
Gorizia entrò a fare parte dell'Austria in un momento cruciale, poiché era il periodo nel quale si stava affermando la nuova riforma amministrativa, che portò alla creazione "del primo apparato amministrativo in queste terre che era composto da una burocrazia e non come finora da funzionari delle fila dell'aristocrazia e degli Stati. Massimiliano prese il suo modello dalla Borgogna, dove era rimasto colpito dall'efficacia di un'amministrazione snella e rigorosamente gerarchica. Massimiliano progettò di eseguire misure simili intese a rafforzare l'autorità dell'imperatore nell'Impero". Uno sguardo di Gorizia, all'interno dell'Impero antesignano dell'Europa di oggi.  Questa è la nostra storia.

mb

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