C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Bolzano, una città che ha subito una radicale italianizzazione ma dove il bilinguismo è di casa



Bozen in tedesco, Balsan o Bulsan o Busan in ladino, Bolzano in italiano è una ricca città dell'Alto Adige/Sud Tirol. Una città da poco più di cent'anni italiana, anche se la storia e l'identità storica di questa località non hanno fatto rima sicuramente spontaneamente con Italia. Oggi, il 73% circa della popolazione cittadina è di lingua italiana, solo il 25% tedesca e lo 0,68% di lingua ladina. Cent'anni prima la situazione era esattamente l'estremo opposto, con la lingua italiana in estrema minoranza. L'Italia ha attuato pesanti politiche di italianizzazione a partire dai processi immigratori che hanno stravolto l'identità della città di Bolzano, cercando in modo radicale di attuare una italianizzazione che altrimenti non sarebbe stata possibile. 

 


Nonostante ciò, il bilinguismo è di casa in relazione alle disposizioni legislative che tutelano la specialità di questa regione. Il bilinguismo visivo è garantito pienamente, come quello sostanziale, anche sulle macchine della polizia si leggerà la scritta della polizia in tedesco. 

 

Vi immaginate una cosa del genere a Trieste? Città che ha vissuto una storia analoga e dove il bilinguismo è attuato in modo parziale? Se a Bolzano non ci fosse la scritta Bozen, scoppierebbe probabilmente una rivolta se non in città certamente nel Sud Tirol dove complessivamente il 64% appartiene al gruppo linguistico tedesco, al gruppo italiano appartiene il 24% degli altoatesini, mentre i ladini sono circa il 4%. A Trieste, invece, se dovessero mettere la scritta Trst all'entrata della città, scoppierebbe la rivolta al contrario. Così va il mondo. Il fascismo ha lasciato il segno in modo impattante a Bolzano, la città delle due dittature, se è praticamente sparito il campo di concentramento nazista, sono invece rimasti i monumenti fascisti anche se "attualizzati". 

 


Credere, obbedire, combattere? Si risponderà con "nessuno ha il diritto di obbedire". Oppure il monumento fascista alla vittoria. Integro, con i fasci littori. Ma contestualizzato nella società di oggi con una lettura non nostalgica ma di condanna al male fascista. Sarebbe stato meglio buttarlo giù? Ognuno avrà la sua idea.

 

La storia di Bolzano, il cuore di questa città pulsa verso l'Austria anche se il corpo è legato all'Italia, non per scelta, ma per necessità storica e geopolitica, ma questa necessità oggi esiste ancora?

mb

Commenti

  1. Solita analisi parziale e superficiale di chi fa una gita fuoriporta la domenica in un posto e pretende di ave capito tutto.
    La realtà del bilinguismo a Bozen non è idilliaca, ed una delle città in Italia dove si è radicato il peggiore nazionalismo da entrambe le parti.
    Tanto è vero che possiamo assistere proteste del genere
    https://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/la-svp-negli-asili-tedeschi-troppi-italiani-e-stranieri-1.5482
    Nella zona di Bolzano i gerarchi tedeschi trovarono rifugio ed i documenti per scappare in sud America, senza contare la messa che si tiene ogni anno per il Erik Priebke.
    Per Barone il nazionalismo ed il razzismo sono sempre e solo italiani, od anche i bambini italiani discriminati alle scuole materne perché in troppi probabilmente saranno tutti fascisti. Problema risolto! Per i bambini stranieri è più complicato, visto che non si può dare loro la colpa di essere italiani quindi fascisti bisogna trovare un altro capro espiatorio.
    In alto Adige vige il bilinguismo come è giusto che sia, ma se non parli il tedesco almeno ad un livello B1/B2 lavoro non lo trovi neanche per ditte private. Negli ospedali a San Candido ed a Bolzano spesso non si parla l'italiano ma solo il tedesco e ci vuole un interprete. Questo sarebbe il bilinguismo che funziona!
    Questo complesso di inferiorità non lo capisco, forse si auspica una bella scena alla Srebrenica per pareggiare i conti a Bolzano come a Trieste. Per fortuna che lei non è Italiano!

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