Non è al livello del Tibet o dell'Arabia Saudita, ma l'Egitto, nel 2021, continua a piazzarsi tra i peggiori Paesi al mondo in materia di non libertà. Not Free. Un giudizio secco, conciso e tassativo quello Freedom House nata nel 1941, organizzazione non governativa internazionale, con sede a
Washington, D.C., che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione su
democrazia, libertà politiche e diritti umani. Egitto libertà non pervenuta. Tra i Paesi africani più ricco, con l'esercito più potente in quell'area geografica e tra i più importanti al mondo, è un Paese che va verso il decennio della sua peggiore dittatura . Come si legge nella scheda di questa importante organizzazione "il presidente Abdel Fattah Al-Sisi, che ha preso per la prima volta il potere in un colpo di stato del 2013, ha governato l'Egitto in modo sempre più autoritario. L'opposizione politica significativa è virtualmente inesistente, poiché le espressioni del dissenso possono comportare accusa di cimini e reclusione. Le libertà civili, compresa la libertà di stampa, sono strettamente limitate. Le forze di sicurezza si impegnano in abuso di diritti umani con assoluta impunità. La discriminazione contro le donne, le persone LGBT +, e altri gruppi rimangono seri problemi, così come un alto tasso di violenza domestica". L'Italia, come è ben noto, si prepara questo autunno all'avvio del processo per l'omicidio di Stato di Giulio. Un processo delicato, che vede come imputati alcuni elementi di spicco della National Security egiziana. Nel Paese, in ogni ovunque, continuano ad affermarsi iniziative di solidarietà alla famiglia di Giulio e per quella che oramai è nota a tutti come la verità per Giulio Regeni. Ora manca il tassello della giustizia. Il più duro da affrontare, soprattutto se l'Italia continuerà a relazionarsi con l'Egitto con quel modo di fare che fino ad oggi ha avuto come unico effetto quello di continuare a favorire colossali prese in giro, universi di ciacole offensive, oltre che montagne di affari per il regime dittatoriale egiziano e nostrano. In tutto ciò in Italia continuano in modo impressionante a diffondersi, giorno dopo giorno, iniziative di solidarietà con panchine gialle, striscioni, sale studio, premi, borse di studio, su Giulio e con Giulio. No, non sono iniziative di convenienza. Chi lo fa, lo fa semplicemente perchè ci crede, crede in tutto ciò che rappresenta questa battaglia, non per compiacere qualcuno o la propria coscienza.
mb
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