La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'Egitto è in rivolta


Le proteste sono riesplose nell'occasione della ricorrenza della brutale repressione egiziana che ha portato a circa quattro mila arresti lo scorso settembre 2019. Da una settimana l'Egitto è in rivolta. Proteste nelle principali città dell'Egitto che stanno portando nelle strade donne, bambini, uomini, diverse generazioni a sfidare le forze repressive egiziane. Scontri violenti, si registrano le prime vittime ma anche la solidarietà internazionale. Iniziano in diverse parti del mondo a segnalarsi le prime manifestazioni a sostegno del popolo sceso in piazza davanti alle ambasciate egiziane per chiedere le dimissioni di Al Sisi. 

 


Proteste nate per la durissima repressione in corso in Egitto, un Paese retto da una dittatura militare con cui l'occidente, Italia in prima fila, continua a legittimarlo in modo agghiacciante. In un Paese dove la povertà è alle stelle, dove la corruzione è fertile grazie all'estrema fragilità del popolo e di un sistema dittatoriale feroce. Un popolo vittima dell'arroganza del regime che continua a sperperare risorse enormi per la faraonica nuova capitale amministrativa, mentre la gente comune non ha il pane per sfamarsi ed i soldi per curarsi. In tutto ciò mentre l'Egitto viene in modo sorprendente da alcune agenzie indicate come un paese sicuro per il turismo in materia di coronavirus, è un paese che in verità sta facendo duramente i conti con questa emergenza sanitaria, essendo il secondo paese con più vittime e casi in tutta l'Africa. Tra i principali sostenitori di queste proteste antigovernative c'è il noto attore Mohamed Alì, ex collaboratore dell'esercito egiziano, che continua a fomentare dall'estero le proteste contro Al Sisi.

mb

fonte vignetta

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