Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Se anche la Protezione civile dice grazie al governo egiziano per le mascherine. Era proprio necessario?



Il vice capo della Protezione civile Agostino Miozzo ha dichiarato: "(...) è materiale importante che si usa in questa situazione di emergenza. Molto di questo materiale in questo momento è difficilmente  recuperabile. Un grande grazie al popolo egiziano, al vostro ministro della salute, al vostro governo per questi aiuti che in questo momento sono decisamente importanti. Ripeto possiamo solo dire un grazie per questo generoso aiuto in una fase di emergenza molto importante. La tradizione di relazione che noi abbiamo anche di Protezione civile con il vostro Paese è una lunga tradizione, sono venuto molte volte io stesso personalmente al Cairo e il rapporto tra la Protezione civile italiana e la Protezione civile del vostro paese è un rapporto che dura da più di vent'anni se ben ricordo sin dalla fine degli anni novanta, non posso che ringraziare per questo generoso gesto di solidarietà  in un momento difficile per la vita del Paese, del mio Paese".
Parole pronunciate in occasione dell'arrivo in Italia di materiale sanitario giunto dall'Egitto, con tanto di ministro della salute, esponenti dell'esercito egiziano, c'era anche l'ambasciatore egiziano a Roma, oltre che al ministro degli affari esteri italiano e non solo. Era necessario tutto questo? Era necessaria questa accoglienza?  Dire grazie a quel governo egiziano che da più di quattro anni sta prendendo in giro l'Italia sull'omicidio di stato di Giulio? Era proprio necessario accettare quelle mascherine da parte dell'Egitto? Era proprio indispensabile? L'Egitto ha posto in essere una brillante operazione diplomatica, politica. E questa non sarebbe stata possibile senza il fianco prestato da parte di alcuni rappresentanti dello stato italiano, a partire dal ministro Di Maio. Era proprio necessario esprimere questa compiacenza? Questa accoglienza? Tutto ciò lascia sinceramente basiti in un contesto dove l'Italia doveva adoperarsi per richiamare il proprio ambasciatore dall'Egitto, in un contesto dove l'Italia doveva dichiarare l'Egitto insicuro, in un contesto dove è stata avviata una commissione monocamerale d'inchiesta sull'omicidio di Giulio. Ricordiamo che l'Egitto è un Paese governato da una dittatura che dal luglio 2013 va avanti a colpi di decreti d'emergenza e che tratta i diritti umani come merce scaduta. Continuare a legittimare l'Egitto, a trattarlo come se fosse un Paese democratico, libero, civile, come se fosse il proprio miglior amico, a chi giova? Gioverà alla verità e giustizia per Giulio Regeni? Aiuterà a rendere l'Egitto un Paese migliore? Aiuterà il popolo egiziano ad essere libero? Aiuterà l'Italia a salvaguardare la propria dignità?

mb

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