Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime
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Il Paese in ginocchio non per colpa del coronavirus
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L'Italia è in ginocchio. E la colpa non è del coronavirus. Una strage nel mondo del lavoro di medici, di operatori sanitari, posti di lavoro persi a bizzeffe, danni economici incalcolabili, indebitamento alle stelle, italiani ai limiti dell'esaurimento nervoso, Europa a pezzi, democrazia ai limiti storici, diritti dei lavoratori spazzati via, diritto all'istruzione compromesso. E c'è ancora chi dice che andrà tutto bene, o sventola il tricolore dai balconi. Ogni settimana si va avanti a colpi di proroghe, rinvii, decreti governativi. Ci sono una miriade di responsabilità da accertare, dal livello centrale a quello periferico. Non è colpa del virus si ci troviamo in questa situazione. La magistratura si sta muovendo, una commissione parlamentare d'inchiesta sarà il minimo sindacale da proporre. E' inutile invocare orgoglio nazionale, unità nazionale e altri bla, bla, bla vestiti di tricolore. Tricolore che illumina sempre più palazzi istituzionali e luoghi simbolo, mente la propaganda da regime coreano o cinese continua a bombardarti con i suoi slogan da quattro soldi. Gli italiani sono stanchi, sono furiosi, e l'Italia che verrà dopo questa emergenza non si sa come sarà. Non sappiamo niente di quello che sarà. Si va avanti alla giornata. E tutto ciò è semplicemente scandaloso. Danno i numeri, quando poi tutti sanno che i numeri reali sono diversi e ben più gravosi di quelli ufficiali. Una strage di cittadini morti. I numeri, sarebbero persone, le persone trasformate in numeri, numeri che i media usano ora per aggravare ora per ribaltare la precedente narrazione. Una parte importante del giornalismo italiano ha dato una pessima immagine di sé, in un Paese dove la libertà di stampa è imbarazzante e dove invece di fare giornalismo d'inchiesta, di fare critica, in una pluralità di casi si sono limitati solo a fare da megafono al potere di turno. E che dire della vergognosa, indecente classifica dei Paesi che hanno più morti, e contagiati di coronavirus? Come se fosse una fottuta gara automobilistica. Ma questo non è un Gran premio di Formula1, ma una strage che vede le proprie origini in un virus nato in Cina ma ciò che ne ha favorito il boom con le conseguenze devastanti sono state scelte sbagliate, decisioni sbagliate, comportamenti scellerati. E' iniziata con il tutti contro tutti questa emergenza, e finirà peggio. Tra chi cercherà di insabbiare responsabilità che ci sono, e chi preferisce prendersela con i cittadini solitari, con la minoranza degli "imbecilli" diventati il pretesto per militarizzare il Paese dove hai l'esercito per le strade, che con le armi in mano ti vengono a chiedere dove stai andando. Milioni di persone identificate, centinaia di migliaia di denunce, strumenti di controllo da regime totalitario, dai droni, alle nuove tecnologie. Si è criminalizzata la passeggiata solitaria, la delazione sociale è diventata pericolosa, con buona parte del popolo diventato ronda dal proprio balcone in cui è rimasto prigioniero. Si dice che la colpa se il virus circola è di chi non "sta a casa" distogliendo l'attenzione dal vero responsabile. Il sistema che sta criminalizzando i cittadini e scaricando sui cittadini le proprie responsabilità. Si dovrebbe invocare a gran voce verità e giustizia per la strage sul lavoro dei medici, per le migliaia e migliaia di cittadini uccisi dal coronavirus, ma si preferisce scagliarsi contro chi sfora i 200 metri dal proprio condominio per portare a cagare il cane. Ce la prendiamo ora con l'Olanda, ora con la Germania per il suo comportamento, ora con la Svezia che non chiude come ha fatto l'Italia, gufando quasi perchè il coronavirus faccia il suo lavoro. Perchè se il modello svedese dovesse funzionare come lo spieghi a 60 milioni di italiani che per settimane e settimane sono stati costretti agli arresti domiciliari? E che dire delle mascherine? Ora servono, ora non servono, e intanto le si vanno a prendere da regimi fascisti come l'Egitto, con tanto di strette di mano. Con l'Egitto che ringrazia e le vittime della dittatura tirannica egiziana che maledicono questo modo di fare di chi rappresenta l'Italia. Ma la verità era una sola. Semplice. Banale. Non se le solo procurate quando dovevano procurarsele, non c'erano e per questo dicevano che non servivano. Ma non potevano dirlo. Sai che figuraccia? E che dire dei tamponi? Non ci sono per tutto il Paese. Ma in America un bel pacco di tamponi li abbiamo mandati. Non sappiamo quando finirà, ma sappiamo come finirà. Non bene.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
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