Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'Italia sta armando la dittatura egiziana. Siamo complici di una dittatura fascista


L'Italia sta armando la dittatura egiziana. Diversi media hanno parlato di commesse di circa 9 miliardi. In una sua intervista sul tema, Giorgio Beretta, noto analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni, sottolinea bene la criticità di questa operazione, che definire sconcertante, è cosa da poco. Invece di contribuire ad opere utili per i civili, come strade, ospedali, vendiamo armi, strumentazioni di guerra ad una dittatura. Se tutto ciò si muove sul filo del rasoio di norme che vengono interpretate a convenienza, rimane ferma la questione etica. Stiamo armando la dittatura egiziana. Uno degli eserciti più potenti al mondo che reprime le libertà nel proprio Paese. A che pro, tutto ciò? L'Italia dovrebbe, invece, sospendere le relazioni diplomatiche con quel Paese. L'interruzione è avvenuta una sola volta ma da parte egiziana, a causa del fascismo quando dichiarò l'Italia guerra all'Inghilterra che controllava l'Egitto. Furono circa 5 anni di interruzioni delle relazioni diplomatiche. Poi vi è stato il richiamo dell'ambasciatore per l'omicidio di stato di Giulio, richiamo avvenuto l'8 aprile del 2016 ma rispedito il 13 settembre del 2017 in Egitto. Gesto con il quale le relazioni diplomatiche furono sospese. Cosa che fu fonte di grande preoccupazione per l'Egitto. 
Insomma, invece di dichiarare l'Egitto insicuro, cosa stiamo facendo? Stiamo armando una feroce dittatura fascista. Complimenti, "a noi" verrebbe da dire, per restare in tema.
mb

fonte disegno social

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