Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Tutte quelle volte che il dittatore egiziano ha detto che il caso di Giulio sarebbe stata una priorità. 4 anni di prese in giro

Dal 2016 ad oggi, dal 3 febbraio 2016, quando è stato fatto ritrovare il corpo del povero Giulio, ad oggi, la dittatura egiziana al potere grazie al colpo di stato del luglio 2013, ha sempre dichiarato tramite il suo massimo esponente, Al Sisi, che in sostanza il caso di Giulio sarebbe stata una priorità. 
Ad esempio, il  27 dicembre 2019, nel sito governativo egiziano si legge che "Le due parti hanno anche affrontato la cooperazione reciproca sulle indagini nel caso dello studente italiano Regeni, in quanto il Prsidente Sisi ha affermato che sono in corso sforzi per scoprire i criminali e presentarli alla giustizia."
Il 5 dicembre 2019: "Per quanto riguarda l'omicidio dello studente italiano Giulio Regeni, i due ministri hanno concordato di proseguire l'attuale cooperazione tra gli organi giudiziari egiziani e italiani in questa questione, secondo il portavoce."
Il 24 settembre 2019: "L'Egitto dà la massima priorità al raggiungimento dei fatti dietro l'omicidio dello studente italiano Giulio Regeni, ha ribadito Sisi."
Il 27 settembre 2018 "I colloqui tra le due parti hanno sollevato la questione dell'omicidio dello studente post-laurea dell'Università di Cambridge Giulio Regeni in Egitto due anni fa, ha sottolineato, sottolineando che Sisi ha ribadito l'impegno dell'Egitto a scoprire la verità su questo crimine e consegnare i suoi autori alla giustizia." Il 17 settembre 2018" Hanno affrontato il caso  dell'omicidio di Giulio Regeni, lo studente post-laurea italiano di Cambridge che è stato rapito e assassinato al Cairo. Il presidente Sisi ha sottolineato l'intenzione dell'Egitto di raggiungere la verità su questo crimine. Le autorità egiziane sono impegnate nella piena trasparenza con la parte italiana e la pubblica accusa egiziana sta cooperando con la sua controparte italiana a questo proposito, ha detto il presidente, aggiungendo che ha dato direttive per appianare eventuali ostacoli che devono affrontare le indagini in corso al fine di risolvere questo caso e raggiungere gli autori per consegnarli alla giustizia." Il 18 dicembre 2017 " C'è una forte volontà di raggiungere i risultati finali in nell'indagine lanciata per l'omicidio dello studente italiano Giulio Regeni, ha sottolineato domenica il presidente Abdel Fattah El Sisi."

Questi sono sono alcuni esempi, a cui poi si aggiungono altre dichiarazioni che in sostanza parlano di cooperazione, di volontà, di giustizia. Ad oggi la cooperazione giudiziaria non è possibile fino a quando non verranno realizzati accordi diplomatici di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Egitto, l'Egitto ha dimostrato in questi quattro anni quanto il peso di queste parole sia nullo e come il tutto sia una colossale presa in giro. Vedremo se sarà così anche in questo 2020, ma fino a quando i veri mandanti, non quelli finti, i veri esecutori, non quelli finti, non finiranno dietro le sbarre, e non ci sarà un processo degno di essere definito in questo modo, non si può parlare di giustizia e di verità ma solo di negazioni, di prese in giro.

mb

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