Con propria deliberazione n. 166 dd. 26 giugno 2019 la Giunta comunale di Monfalcone ha approvato la richiesta di un contributo di Euro 500,00.- da parte dell' Associazione Lega Nazionale, Sezione di Gorizia per la stampa di n. 400 copie del volume "Le vittime monfalconesi durante l'occupazione jugoslava di Monfalcone del maggio - giugno 1945", associazione regolarmente iscritta all'Albo dell'associazionismo di Monfalcone e con atto del 16 agosto 2019 il Comune di Monfalcone provvedeva a deliberare il finanziamento.
Come si è già annotato, su 77 "vittime monfalconesi" non più 78, perché una, come è emerso durante la presentazione dell'opuscolo nella Biblioteca comunale di Monfalcone il 13 novembre 2019, si è scoperto che era viva, quasi tutte sono sono riportate anche
nell'elenco a cura di tale Arturo Conti,che
dovrebbe essere il Presidente della Fondazione RSI. Elenco
espressamente dedicato ai caduti della Repubblica Sociale Italiana. Così
si intitola quel testo dove emergono gran parte dei nominativi
riportati nell'articolo del Piccolo in base alla "ricerca" effettuata
in Monfalcone:
elenco caduti in onore delle Famiglie dei Caduti e dei Dispersi della Repubblica Sociale Italiana. Chi ha curato la pubblicazione ha fatto riferimento principalmente all'elenco delle vittime della dott.ssa Nemec, ma è un dato di fatto che si tratta di "vittime" onorate nell'elenco della RSI e già qui dovrebbero sorgere mille perplessità. Ma pare evidente che il fatto che tra queste vittime vi siano fascisti, o che hanno avuto un ruolo nel fascismo, tra X MAS, ispettorato speciale di sicurezza, podestà, semplici camerati, ecc, ciò non pare essere determinante per tanti di coloro che vogliono ricordare quanto vorrebbero onorare anche con una targa, che non dovrebbe stupire se troverà collocazione durante le cerimonie per il giorno del Ricordo nel 2020 a Monfalcone. Dove si accuseranno, per la prima volta nel nostro territorio, nero su bianco, o su marmo per dirla tutta, i
partigiani comunisti filo jugoslavi di aver compiuto dei crimini.
Perché quello che contava era essere italiani vittime dell'operato di chi voleva annettere queste terre alla Jugoslavia, sottraendole all'Italia, e a fortiori vittime di comunisti. Questo è quello che conta per una certa narrazione politica e nazionalpopolare della società. Se poi si tratta di vittime qualificate fasciste, collaborazioniste o quant'altro ciò non rileva. Eppure tutto questo dovrebbe suscitare profonda indignazione. Nessuno giustifica l'operazione "foibe" ma questo non significa che si debbano fare dei monumenti per onorare delle vittime fasciste, con una generalizzazione sconcertante o che vengono riconosciute dai fascisti come proprie vittime da onorare, salvo contestazioni.
Poi ognuno privatamente può commemorarsi tutti i morti che vuole, ma non con l'ausilio delle Istituzioni. Ognuno fa le proprie ricerche, offre le proprie vedute, secondo le proprie visioni della società, il punto è quando certe visioni hanno poi legittimazione istituzionale e soprattutto quando si generalizza. Si parla di vittime "monfalconesi" in base al criterio del luogo di nascita, di residenza, e uccisione, ma addirittura anche di lavoro, di arresto, di incarcerazione e deportazione. Cioè si è adottato un criterio profondamente estensivo. Complessivamente, nell'elenco in questione, solo dieci di queste vittime sono nate nella città di Monfalcone, una trentina sono state qui deportate e/o arrestate, una trentina erano residenti in città, una manciata quelle che lavoravano a Monfalcone, una sola dovrebbe risultare quella uccisa in città. Insomma, si tratta di un criterio che certamente ha ampliato in modo notevole il concetto di "monfalconese". Da osservare che di più del 60% di queste "vittime" non si conoscono comunque le sorti poiché sarebbero finite in località ignote.
mb
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