C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ma gli americani cosa hanno fatto per lo sviluppo di Trieste?La nuova Via della Seta ultima chance per Trieste?


Nella mappa generale in quella che dovrebbe essere la Nuova via della seta marittima, che nell'Alto Adriatico interesserebbe i porti di Trieste, Venezia, Ravenna, Capodistria, Fiume, si vede un puntino solo su Venezia. Perchè è Venezia che verrà identificata come lo sbocco della Cina nell'Adriatico. Ma i benefici o i rischi, questioni di punti di vista, saranno ovviamente anche per gli altri porti a partire da quello di Trieste. Della Cina non sappiamo niente, siamo farciti di pregiudizi, li consideravamo come quelli che copiavano, ma a furia di copiare, e con un sistema di sfruttamento notevole, hanno superato tutto e tutti. Basta pensare che in Italia sono miliardi gli investimenti made in Cina, gli ultimi più noti sono stati sicuramente quelli nel mondo del calcio, vedi l'Inter. E l'Italia, in Europa, è la principale fonte d'investimento per la Cina.
Una grande opportunità, ma non siamo aperti mentalmente ancora a ciò. Della Cina non sappiamo niente, non sappiamo neanche come si chiama il loro Presidente, ovvero Xi Jinping,  Segretario generale del Partito Comunista Cinese. Ogni tanto scopriamo che esiste il capodanno cinese, mangiamo nei ristoranti cinesi, e compriamo nei negozi cinesi, sempre più diffusi, niente di più. Eppure se rallenta l'economica cinese, rallenta ad effetto domino, tutta quella globale, tanto che si parla di rischio di una nuova recessione. Gli americani hanno alzato la voce, come se noi fossimo una loro colonia. Effettivamente lo siamo stati, è innegabile, dazio pagato per essere liberati nella seconda guerra mondiale. Ma ora il mondo è cambiato. L'Italia deve avere la forza di ritagliarsi una propria pagina di autonomia ed indipendenza. Riuscirà a farlo? O è talmente ricattabile, che dirà no? No alla nuova Via della Seta? E gli americani cosa hanno fatto per lo sviluppo di Trieste?  Una città che dopo anni di crisi pesantissima, ora ha la possibilità di rilanciarsi, con un porto, che lentamente ritorna ad essere protagonista nei traffici. La nuova Via della Seta è l'ultima chance per lo sviluppo di Trieste? O gli americani mettono sul piatto investimenti altrettanto forti e notevoli, anche se qui i ricatti sembrano più interessare l'Italia in generale, sacrificando ancora Trieste nel suo anonimato, oppure si dovrà trovare la forza di capire se la via cinese potrà diventare opportunità per questa fetta d'Italia, con le dovute garanzie senza sbattere alcuna porta in faccia, solo perchè agli americani non va bene. Intanto, i cinesi, potrebbero pensare di aprire un loro consolato a Trieste, e cercare di aprire anche la via del turismo orientale, cinese, verso il FVG. D'altronde la Costa Venezia, va proprio in questa direzione, verso la Via della Seta. Mentre Trieste, rischia di vivere una nuova contesa che  potrà avere effetti catastrofici per il futuro di questa città se non troverà la giusta via di uscita che potrà arrivare solo staccandosi da tutto ciò che è stato il secolo breve, a partire dalla dipendenza senza se e ma dagli USA. D'altronde si può continuare a mantenere rapporti diplomatici e coltivare interessi con entrambi i fronti.

mb

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