C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Cosa è cambiato dall'editoriale della BBC del 2006 sul lavoro transfrontaliero tra Italia e Slovenia?

Nel 2006 l'editorialista della BBC, Mark Mardell, si interrogava sulla libertà di movimento in Europa, ponendo come esempio quanto accadeva tra Italia e Slovenia. Poneva l'esempio di Nova Gorica, "Guardo una piccola cerimonia nella città di Nova Gorica per celebrare i diritti limitati che esistono per alcuni lavoratori transfrontalieri. Le persone nelle province di confine possono lavorare nella provincia della porta accanto. È un posto strano: c'è una piccola piazza dove puoi attraversare liberamente l'Italia e la Slovenia e tornare indietro, senza dogana e senza barriere. Ma i segni in giro chiariscono che questo è puramente simbolico". Si evidenziava che il porto di Capodistria ha un movimento importante di merce, come "l'importazione di automobili dall'Estremo Oriente."
E ciò che emergeva era il modo in cui gli sloveni si sentivano esclusi dagli italiani.  L'editoriale era del mese di maggio  A luglio del 2006, solo due mesi dopo,  l'Italia riconoscerà il diritto di libero ingresso per i lavoratori provenienti dalla Slovenia. Quindi, i lavoratori sloveni godono, in teoria, degli stessi diritti di quelli italiani,salvo alcune per alcune professioni. Si quantificano in 10mila circa i lavoratori transfrontalieri,( da Slovenia e Croazia) ma la situazione dei diritti è allarmante, da tempo. Alla fine dei conti, sembra che questa libera circolazione dei lavoratori abbia avuto il ruolo da scivolo, per attingere manodopera a prezzo basso dall'Est Europa. E in Slovenia, gli italiani che operano in questo Paese? In che condizioni operano?
mb


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot