In Italia lo si sa da tempo che c'è un problema con la lettura dei libri. Sono anni che si ripetono dati desolanti. Nonostante continuiamo a vantarci della cultura del nostro Paese. Di ciò che ha espresso e non tanto di ciò che riesce oggi ad esprimere. La pochezza è la normalità. Ci siamo riparati in un passato, superato dalla storia, si continua ad elogiare i Promessi Sposi, mentre la letteratura contemporanea fatica ad esprimere penne degne di entrare nella storia della letteratura. I nomi si contano alla spicciolata. Le librerie piccole e indipendenti soffrono, si sta perdendo il conto di quelle che chiudono, mentre le grandi, resistono, perchè sono diventate una sorta di piccolo centro commerciale, dove puoi trovare un pò di tutto.
Il Centro per il libro e la lettura, organismo deputato alla promozione della lettura, istituito presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, stima che il 60 per cento degli italiani non legge neanche un libro all’anno. Del restante 40 per cento, solo il 7 per cento è costituito dai cosiddetti lettori forti, quelli cioè che leggono almeno un libro al mese. Ora la società è quella che è. Ed il tempo per leggere non è per tutti. Esiste un problema anche con le scuole, di depotenziamento del sistema bibliotecario delle stesse. In Italia si investe poco in cultura, si perde più tempo a dedicare onorificenze e titoli spesso finalizzati a mascherare una realtà che è deprimente. Si legge sempre meno e gli effetti si vedono.
Certo, dipende anche da cosa si legge. La situazione è talmente negativa che si è determinata la necessità di arrivare a formulare una proposta di legge condivisibile nello spirito. Ma rischia di essere tardiva. Anche perchè chi la propone, ieri era praticamente al governo. E non si comprende perchè ciò non è avvenuto con il "governo" amico. Si propongono vari incentivi a partire dal sistema scuola. Come gli
accordi di rete, di cui all’articolo 1, comma 71, della legge 13 luglio 2015, n. 107, individuano anche criteri e modalità di promozione della lettura a scuola. Essi assicurano la presenza e il
funzionamento delle biblioteche nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sotto la responsabilità di almeno un docente o di un altro impiegato amministrativo, tecnico o ausiliario in possesso di idonee competenze, eventualmente utilizzando l’organico dell’autonomia. Gli accordi di rete prevedono la collaborazione con i sistemi bibliotecari territoriali e nazionale mediante la condivisione di strumenti informatici, di catalogazione e di formazione.
Si propone una sorta di
carta elettronica per le librerie. Una sorta di fissazione questa del pregresso governo. Si legge che per contrastare l’analfabetismo di ritorno e la diminuzione del consumo di libri
e promuoverne l’acquisto, è istituita una carta elettronica per le librerie. La carta, dell’importo nominale di 250 euro, può essere utilizzata entro un anno dal suo rilascio La carta è rilasciata, nel rispetto del limite di spesa di 50 milioni di euro annui ai cittadini appartenenti a nuclei familiari il cui indicatore (ISEE) abbia valore non superiore a 20.000 euro, al compimento del sessantacinquesimo anno di età.
Si propone l’
Albo delle librerie indipendenti di qualità a cui possono essere iscritte le librerie indipendenti che assicurano un servizio innovativo e caratterizzato da continuità, diversificazione dell’offerta di libri e realizzazione di iniziative di promozione culturale nel territorio. Sono librerie indipendenti le imprese commerciali non controllate, direttamente o indirettamente, da società o gruppi di società editoriali e della distribuzione commerciale, che esercitano in modo prevalente l’attività di vendita al dettaglio di libri in locali accessibili al pubblico.
Si propone anche l'
Albo delle librerie di qualità a cui possono essere iscritte le librerie controllate, direttamente o indirettamente, da società ecc.
Queste più altre misure. Il dibattito dovrebbe essere focalizzato anche su ciò. Perchè il problema della lettura sta diventando una vera emergenza in Italia.
mb
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