Da dove partire? Troppa carne al fuoco. La
Guardia di Finanza ha reso noto che circa quattrocento finanzieri del Comando Regionale
Friuli-Venezia Giulia sono impegnati dall’alba del 21 novembre nel triveneto
e in tutto il territorio nazionale in acquisizioni documentali,
perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura della Repubblica del
Tribunale di Gorizia presso decine di enti pubblici, società e
abitazioni di soggetti sottoposti ad indagini, all’esito preliminare di
un’attività investigativa condotta su molteplici appalti di opere
pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro.
L'elenco dei soggetti perquisiti in linea di massima è stato reso noto anche dal Piccolo
"I militari del Comando Provinciale di Gorizia, in particolare, stanno
acquisendo e sequestrando atti e documenti di 120 società e 220 soggetti
in 14 regioni: - Commissario Delegato per l’emergenza della mobilità
riguardante la A4 (tratto Venezia – Trieste) ed il Raccordo Villesse –
Gorizia; - Autovie Venete s.p.a., concessionaria delle tratte
autostradali comprese tra la tangenziale di Mestre e Sistiana, tra
Palmanova e Udine, tra Portogruaro, Pordenone e
Conegliano, tra Villesse e Gorizia;- Autostrade per l’Italia s.p.a.,
concessionaria di numerose tratte autostradali tra cui la Venezia /
Belluno e la Udine Sud / Tarvisio; - Friuli-Venezia Giulia Strade
s.p.a., società che si occupa della gestione e manutenzione delle strade
regionali del Friuli Venezia Giulia;- Veneto Strade s.p.a., società che
cura la manutenzione delle strade regionali e provinciali del Veneto; -
Anas s.p.a., concessionario della rete stradale nazionale;- Concessioni
Autostradali Venete s.p.a., concessionario del passante di Mestre,
della tangenziale di Mestre e del raccordo con l’aeroporto Marco Polo di
Tessera;- Commissario Delegato per l'Emergenza determinatasi nel
settore del traffico e della Mobilità nel territorio delle province di
Treviso e Vicenza, titolare della realizzazione della Pedemontana
Veneta; - Aeroporto Friuli-Venezia Giulia s.p.a., società che gestisce
il “Trieste Airport”;- Aer Tre s.p.a., società che gestisce l’aeroporto
“Canova” di Treviso;- Save s.p.a., società che gestisce l’aeroporto
“Marco Polo” di Venezia;- Aeroporto “Valerio Catullo” di Verona
Fillafranca s.p.a., società che gestisce lo scalo aeroportuale
veronese;- Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna s.p.a., società che
gestisce lo scalo aeroportuale bolognese; - Regione Friuli-Venezia
Giulia, competente tra l’altro per le opere di costruzione, ampliamento,
ristrutturazione e manutenzione dei porti e degli approdi marittimi,
nonché per le concessioni di ghiaia;- Autorità di Sistema Portuale del
Mare Adriatico Orientale, società deputata alla gestione del Porto di
Trieste; - Consorzio per lo sviluppo economico del monfalconese,
competente tra l’altro sul porto di Monfalcone. Ulteriori acquisizioni
riguardano altri enti e comuni ubicati nelle province di Gorizia, Udine,
Trieste, Pordenone, del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna,
della Liguria, della Toscana, dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo,
del Lazio e della Sicilia.I provvedimenti di perquisizione e sequestro
riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i domicili di
220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino
Alto-Adige, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Campania,
Sicilia, Sardegna."
Una roba da far tremare i polsi. Si tratta della più grande operazione mai realizzata dalla finanza nel triveneto e che si estende fino alla Sardegna.
La Guardia di Finanza ha reso noto che "le procedure di affidamento oggetto delle indagini riguardano la
manutenzione e la costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti,
cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere
fluviali e di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere
marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione
ambientale. Ulteriori acquisizioni riguardano altri enti e comuni ubicati nelle
province di Gorizia, Udine, Trieste, Pordenone, del Veneto, della
Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Liguria, della Toscana,
dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio, della Sicilia e
della Sardegna. Alcune procedure di affidamento si riferiscono a opere da realizzare
in diverse aree colpite dal sisma del 2016 nel centro Italia, tra cui
“Norcia”, “San Benedetto”, “Tre Valli Umbre”.
Oltre 150 i procedimenti sotto indagine
"La Procura della Repubblica di Gorizia sta ricostruendo le catene di
appalti e subappalti e verificando la regolarità di circa 150
procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche a seguito di gare
indette negli anni 2015/2018. I provvedimenti di perquisizione e
sequestro riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i
domicili di 220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto,
Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana,
Puglia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna. Le ricerche, condotte dai finanzieri del Friuli Venezia Giulia con la
collaborazione di colleghi di altre regioni, in questo caso, sono
finalizzate ad acquisire prove in ordine ad accordi tra imprese diretti
alla preordinata spartizione delle opere nell’ambito di più complessive
alleanze tra società volte a rendersi reciprocamente note:
- le rispettive intenzioni di partecipare o meno ad una gara piuttosto
che ad un’altra ovvero ad un lotto piuttosto che ad un altro
nell’ambito delle medesime gare d’appalto;
- l’entità e/o i contenuti delle offerte da formulare in modo da
permettere di volta in volta all’impresa individuata e facente parte
della “cordata” di riferimento di aggiudicarsi l’appalto alle condizioni
più favorevoli;
secondo modalità tali da alterare la regola indefettibile della
libera concorrenza tra i singoli partecipanti e tali da assicurare
maggiori possibilità di aggiudicazione all’impresa prescelta."
Accertate prassi contrarie alla legge
Le indagini hanno evidenziato prassi contrarie alla legge anche in ordine:
- alla costituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei meramente cartolari;
- all’utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al
limite normativo del 30%, in cambio del riconoscimento di percentuali di
guadagno;
- alla falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e
strumentali al fine di incrementare il punteggio tecnico attribuito
dalle commissioni aggiudicatrici.
Decine le turbative d'asta, frode, e utilizzo materiali difformi
"Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo le decine
di turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche
collusive, ma anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione
delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta
materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in
quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, con
conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il
comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto
esercitare funzioni di controllo. L’indagine, che pure ha preso avvio dai controlli relativi ad un
appalto “anomalo” che interessava la città di Gorizia, si è poi estesa a
diverse opere del territorio regionale prima e nazionale poi,
evidenziando collusioni che travalicano il confine friulano e diventano
“sistema” diffuso in varie regioni."
Il nome dell'operazione
"Il nome dell’operazione, ribattezzata “GRANDE TAGLIAMENTO”, eleva a
manifesto dell’indagine vicende di vera e propria spartizione dei lavori
da realizzare a destra e a sinistra del Tagliamento, fiume che divide
il Friuli Venezia Giulia dal Veneto."
Reati contestati
"Tra i reati per cui si procede si evidenziano l’associazione a
delinquere, la turbativa d’asta,gli inadempimenti e le frodi nelle
pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione.
Sono al vaglio altre ipotesi di reato. Le indagini proseguono nel
rispetto del segreto istruttorio con l’esame della documentazione
sequestrata ed acquisita, nonché con interrogatori e testimonianze."
Insomma, un fiume in piena sta travolgendo il triveneto. In questo sì, a quanto pare, che l'Italia è unita. Perchè se condotte del genere erano proprie e tipiche nel martoriato sud Italia ed aliene al nord, ora, il quadro è cambiato, radicalmente. D'altronde sono anni che si denuncia che il malaffare è di casa anche qui. Che le mafie sono radicate qui, con i loro metodi. E da Gorizia è partito un qualcosa di enorme e potente.
Marco Barone
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