Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Capodistria sta perdendo la sua anima italiana? I diritti della minoranza sono deboli



A Capodistria il 18 novembre si vota per il rinnovo del consiglio comunale e del Sindaco. La città slovena delle palme che vorrebbero richiamare Miami, e che forse hanno ispirato anche Milano, ci si confronta con le varie problematiche che caratterizzano la città istriana. I diritti delle minoranze vanno difesi e garantiti ovunque. Appartenuta, guardando al secolo breve, all'Italia per meno di 25 anni, poi, tra diversi travagli, a partire dal trattato di pace del '47 si inizierà a discutere sui diritti della minoranza italiana di Capodistria,  amministrata dalla Jugoslavia, essendo nel lato B del mai costituito Territorio Libero di Trieste, il lato A, quello di Trieste, era invece amministrato dagli italiani e per reciprocità dovevano garantirsi i medesimi diritti agli sloveni di Trieste. Così sarà con il Memorandum di Londra del '54 e poi il fugace e controverso Trattato di Osimo. Ma in Slovenia la legislazione a tutela della minoranza italiana non è avanzata probabilmente come quella che esiste in Italia a favore di quella slovena, anche se applicata in modo pessimo, a partire dal bilinguismo visivo che in casi come quello di Trieste è pressoché inesistente.
Tra i vari incontri, sono emerse delle problematicità importanti che riguardano la minoranza italiana di Capodistria.
E' stata rilevata, come riporta radio Capodistria, "una scarsa  applicazione del bilinguismo visivo nel centro città, il poco controllo da parte degli organi preposti a vigilare sul rispetto del decreto sul bilinguismo, il rapporto problematico con l'italiano da parte dell'amministrazione pubblica, l'impoverimento della lingua nelle scuole della minoranza e della maggioranza."  E' stato rimarcato che in sostanza Capodistria, in questo modo, sta perdendo la propria anima. Problemi che si estendono anche alla questione culturale e tutela dei monumenti storici. Se la situazione è così inguaiata, ci si domanda, ma in Italia ne sono a conoscenza?

Marco Barone 

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