Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Prima gli italiani? Discriminati i bisiachi. Prima i bisiachi

Difendere le proprie radici culturali, la propria storia, la propria identità e la propria lingua. Che poi questa sia un dialetto poco importa. Nelle scuole della Bisiacaria, zona cuscinetto tra il Friuli e Trieste, vi è una concentrazione di italiani preponderante. Eccessiva. Non ci può essere integrazione se tutti parlano italiano. Applicato il tetto per i non italofoni, pur non capendosi sulla base di cosa si identifichi in via presuntiva un bambino come italofono, sussiste una emergenza che rischia di portare all'estinzione quella specificità che ha connotato la storia di questa piccola regione del confine orientale italiano. Il bisiaco. 
La nostra cultura. Le nostre radici. Il nostro popolo. Prigioniero tra due acque, Timavo e Isonzo, due fiumi non sacri alla patria, ma sacri ai bisiachi, si rischia l'estinzione del bisiaco a causa dell'eccessiva italianizzazione di queste terre iniziata nei tempi che furono soprattutto con una importazione di terroni impressionante assimilati in cabibi.
Troppi italiani, pochi bisiachi. Il bisiaco a breve diventerà uno sconosciuto, un qualcosa che si potrà leggere neanche nei libri di storia, ma nei libri locali racchiusi in qualche scaffale di una biblioteca del mandamento. Spazio permettendo. Il prima gli italiani ha comportato una discriminazione, una esclusione sociale importante nei confronti dei bisiachi. Il doc è minato nelle sue fondamenta. Ed allora avanti tutta con il prima i bisiachi. Si pretende un tetto di italiani nelle classi del 30%, per salvaguardare una specie sociale in via di estinzione, come le tigri, nel mondo ne sono rimaste solo meno di 4 mila e visto il calo demografico sussistente in Bisiacaria e Friuli Venezia Giulia è allarme rosso o nero.

Marco Barone

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