La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dopo Marcinelle si continua a morire sul lavoro con quasi 4mila morti l'anno in Europa

Marcinelle, una tragedia che ha interessato soprattutto italiani emigrati in Belgio che vivevano in condizioni degradanti, a livello di coscienza globale con i 262 morti, tra cui anche sette minatori del Friuli Venezia Giulia, qualcosa è successo. Da quel momento, da quell'estate del 1956, si inizierà a discutere di sicurezza sul lavoro, per arrivare, soprattutto in Italia, esattamente nel 1994 a realizzare una delle normative più avanzate a livello europeo in materia di sicurezza sul lavoro per essere poi aggiornata nel 2008. Poi però vi è una realtà che vuole in Europa circa 4 mila morti l'anno sul lavoro, con l'Italia che continua a mietere vittime. I numeri sono numeri, ma dietro ogni numero si celano vittime, persone, famiglie, drammi. Morire sul lavoro è una bestialità, una bestialità che interessa italiani e non italiani, anche in Italia. Si ripeteranno sempre le solite parole, ci saranno sempre le solite cerimonie, i soliti discorsi, ma la questione sicurezza sul lavoro non è mai stata una priorità in questo Paese e neanche in Europa, altrimenti non ci sarebbe una strage del genere con quasi 4 mila morti l'anno. Cifre proprie di una guerra. Il resto sono solo chiacchiere.

Marco Barone

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