C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il FVG ancora una volta anticipa il Paese. Italia in declino con la democrazia che non attrae più

Oggi quando pensi all'Europa a cosa pensi? Sicuramente non al periodo di pace che avrebbe garantito dalla fine della seconda guerra mondiale, che poi anche questa è una leggenda da sotterraneo metropolitano perchè la guerra in Jugoslavia ha fatto parte del processo costruttivo dell'Europa di oggi. 
Non pensi a quanto è bello viaggiare senza far le lunghe code ai confini, non pensi all'utilità di avere una moneta unica, non pensi all'inno europeo, musicalmente epico ma senza testo. No. Pensi all'Europa come un male, il male assoluto diventato alibi per il fallimento di un Paese in profondo stato di declino. 
Abbiamo già dimenticato cosa è accaduto in Grecia o in Portogallo. L'Europa può permettersi di stare senza l'Italia, uno dei pilastri fondatori? Probabilmente sì. E l'Italia può permettersi di stare senza l'Europa? Probabilmente no, perchè noi non siamo la potenza economica battente la bella bandiera inglese. Quando pensi all'Europa di oggi, pensi al costo della vita triplicato, ai salari fermi, all'immigrazione diffusa, alle manovre imposte, ai tagli imposti, ai sacrifici imposti, ai parametri numerici imposti. 
Al fatto che ti faranno schiattare sul lavoro. Non pensi alla giustizia europea, percepita come entità astratta, e neanche alla politica europea, non sai neanche dove sia il Parlamento Europeo, chi sono i tuoi parlamentari europei, dove si trovi il Consiglio europeo o la Commissione Europea, perchè dell'Europa, di questa Europa, te ne freghi. Europa che non ha neanche una sua capitale.  
Ma puoi fregartene fino a quando? Certamente la cultura da salotto radical chic che ci ha trascinato in questa Europa contribuendo al declino del nostro Paese difendendo quell'involucro che essa stessa ha determinato è diventata insopportabile. 
Altro non fanno, ogni volta che aprono bocca, che gettare benzina sul fuoco, un fuoco che riporta il Paese verso quel ventennio che non è mai stato ripudiato dall'Italia. L'Italia è in difficoltà, tra corruzione e mafie, probabilmente non si riprenderà. 
E' rimasta solo l'illusione di un sovranismo forse anacronistico, in un mondo di oltre 7 miliardi di persone, che possa risollevare questo nostro piccolo e martoriato Paese da quel declino in cui siamo malgrado tutto precipitati. 
Sarà la sovranità nazionale contro la globalizzazione selvaggia indomita europea la battaglia che segnerà questo periodo storico. E chi avrà ragione?
Le illusioni possono provocare però delle reazioni ancora più indomabili perchè quando queste emergeranno per quelle che sono e non ci sarà più nulla da perdere, sarà difficile arrestare quel processo che si è già innescato. Quale il bene per aiutare il nostro Paese? Quale il bene per l'Italia? Esiste una ricetta univoca? Condivisa? Praticabile? Un compromesso accettabile? L'idea di Europa come unione tra i popoli va concettualmente difesa, ma va difesa anche l'integrità italiana, va difeso un Paese che è stato travolto, anche per sue responsabilità e colpe, dalla sempre più odiata fortezza europea.
La democrazia non affascina più. Vedi in FVG. Dove formi un governo regionale con meno del 50% dei votanti. Questo è quello che accadrà in Italia. Il FVG ancora una volta ha anticipato la storia. Una storia che si ripete, in una sorta, e non figlia della sorte, di anaciclosi polibiana.
 
Marco Barone 

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