C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Colpo su colpo. In FVG si smantellano i diritti civili. La Regione esce dalla rete RE.A.DY




Per la prima volta in Italia gli Enti Locali e Regionali si erano messi in rete per promuovere culture e politiche delle differenze e sviluppare azioni di contrasto alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. Da qui nasce la rete RE.A.DY con una carta d'intenti importante in una società come la nostra dove il razzismo con tutti i suoi volti nefasti non ha mai risparmiato nessuno. La rete RE.A.DY, che ha visto l'adesione di diversi Comuni italiani ed anche Regioni, tra cui quella del FVG, è un faro importante, non solo dal punto di vista simbolico, ma anche sostanziale, per contrastare il malanno sociale dell'omotransfobia che è radicato anche in FVG. Ma in data 30 maggio, anno 2018, si apprende che :"Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento" Lo ha dichiarato l'assessore regionale a Lavoro, Formazione,Istruzione, Famiglia, Ricerca e Università, Alessia Rosolen, in merito alla decisione di recedere dalla rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Re.a.dy).

Dopo la tutela della famiglia naturale, magari seguendo la via veneta si inventeranno anche la ridicola festa della famiglia naturale, stante il fatto che non esiste nessuna famiglia naturale, tra gli scopi primari del nuovo corso politico governante il FVG ora arriva la volontà di uscire dalla rete RE.A.DY. Verrà smantellato quanto con fatica, impegno e dedizione è stato conquistato in questa regione in materia di diritti civili? 
Uscire dalla rete RE.A.DY. è un durissimo colpo per l'affermazione dei detti diritti, magari il prossimo passo sarà quello di aggiungere al simbolo della regione uno scudo crociato? Passando dalla diffusione di crocefissi in ogni ovunque?  
Mai dire mai..Amen.


Marco Barone

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