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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Chiamalo se vuoi Governo zona Cesarini

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Italia e Ungheria si sfidavano in una partita importante, per quella che allora era la Coppa Internazionale, inizio anni '30. E Cesarini al 90° segnerà il gol decisivo per l'Italia. E venne usato per la prima volta , il termine Cesarini, atto ad indicare un gol nei minuti finali, nella partita tra Inter contro la Roma. Milano e Roma. Segno del destino in quell'incrocio tra la Capitale politica, simbolica d'Italia, e quella reale d'Italia, che vede innanzi al Palazzo simbolo dei mercati, un dito medio mandare a fanculo il sistema che, piaccia o non piaccia, che governa le democrazie, anche qui, da noi, il Paese corrotto come non mai.  Quello che è accaduto dopo il 4 marzo è fatto notorio. Ma quello che è accaduto nella settimana della passione più calda e forse pericolosa della Seconda Repubblica italiana, verrà compreso nei prossimi anni. Dal veto sulla questione Savona, all'urlo circense per l'impeachment, che a quanto pare ha prodotto degli effetti,

L'Italia è a pezzi come un narghilè smontato e abbandonato per le vie di Ronchi

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Camminando per le vie di Ronchi, che deve fare i conti con un degrado oramai tipizzato in tutta Italia, da Palermo a Torino, pensando alla situazione attuale dell'Italia, vedendo quel narghilè smontato, a pezzi e gettato lì in balia del nulla, l'immagine che ti si prospettava era effettivamente quella del nostro caro Paese. Un Paese a pezzi, da Nord a Sud, in declino, corrotto, devastato, maltrattato, con diseguaglianze e povertà non più nascoste, dove tutto è stato messo in discussione senza certezze, con laureati che vanno a far lavori dove il titolo richiesto poteva essere il diploma di scuola, con persone senza titolo che vanno al governo del Paese, tra nepotismo e clientelismo, disoccupati, buche, erba incolta in ogni ovunque. Comuni senza soldi, disoccupati, inattivi, un Paese dove neanche gli immigrati vengono più, dove non si nasce in più, dove del pronto soccorso è rimasto solo il titolo, perchè la lentezza è la normalità, ma in un mondo dove si vive con frenesia

Peteano, una strage rimossa dalla memoria nazionale

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46 anni e nei principali mass media nazionali di Peteano poco o nulla ed in alcuni casi neanche l'ombra di una notizia. Nei social ancora meno che meno. 46 anni e Peteano è diventata una cerimonia quasi intima, che interessa oramai solo un territorio ristretto, che, suo malgrado, è finito nel cuore della strategia della tensione. Si ricorda sempre la partita dell'Inter contro l'Ajax che vincerà la coppa campioni. La telefonata da un bar di Monfalcone, bar Nazionale. Si ricorderà l'ora esatta, le 23.15 che fermerà il tempo per sempre, almeno per le vittime ed i loro famigliari. La 500, l'ispezione, la "mano omicida" che in "vile attentato spegneva tre giovani vite" di tre carabinieri, i depistaggi, gli arresti di innocenti goriziani, la storica difesa di Maniacco, l'odio fascista e non solo con lo scopo di portare il Paese totalmente a destra con il coinvolgimento di più realtà. Diverse le zone d'ombra ancora oggi sussistenti e u

Colpo su colpo. In FVG si smantellano i diritti civili. La Regione esce dalla rete RE.A.DY

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Per la prima volta in Italia gli Enti Locali e Regionali si erano messi in rete per promuovere culture e politiche delle differenze e sviluppare azioni di contrasto alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. Da qui nasce la rete RE.A.DY con una carta d'intenti importante in una società come la nostra dove il razzismo con tutti i suoi volti nefasti non ha mai risparmiato nessuno. La rete RE.A.DY, che ha visto l'adesione di diversi Comuni italiani ed anche Regioni, tra cui quella del FVG, è un faro importante , non solo dal punto di vista simbolico, ma anche sostanziale, per contrastare il malanno sociale dell'omotransfobia che è radicato anche in FVG. Ma in data 30 maggio, anno 2018, si apprende che :"Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottriname

Ma come è giusto chiamare le città dei vari Paesi? Nella loro lingua o nella propria lingua?

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Roma deve essere Roma oppure può essere anche Rome? Oppure  Rom ? Berlin è giusto chiamarla Berlino? E Paris è giusto chiamarla Parigi? Marseille, Marsiglia? E Napoli perchè deve diventare Naples? E Venezia diventa Venice o Venise o Venedig ?   Anche perchè tale questione riguarda poi i nomi delle città più importanti. Perchè difficilmente città minori saranno caratterizzate da questi processi di adattamento linguistico. Il punto è, per rispetto della storia e delle identità dei luoghi,  se questi luoghi vanno chiamati nella loro lingua "madre", facendo salve le identità delle varie minoranze linguistiche tutelate dalla legge, oppure è giusto l'uso e costume di quella globalizzazione che ne storpia il nome per ragioni di convenienza e praticità e per marchiare con la propria lingua la lingua altrui?  Marco Barone

L'Impeachment più ridicolo di sempre è già finito e il circo continua

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La messa in stato di accusa, meglio conosciuta come impeachment (dall'inglese “accusa”) è deceduta ancor prima di nascere. Aborto politico o di convenienza. I Napalm51 hanno urlato, si son strappati i capelli dalla testa per poi, dopo aver scatenato il putiferio, ritirare i remi i barca  in fretta e furia accusandosi anche a vicenda e ponendo forse già fine all'alleanza gialloverde che avrebbe partorito il governo più destro di sempre? E' stato probabilmente l'atto d'accusa più ridicolo e veloce della storia e circense di sempre. Già finito. Dovevano spaccare il mondo, ma alla fine si son spaccati loro. Mica male. Ed il circo continua. Anche perchè ritornare ora al voto, senza l'alleanza gialloverde , al M5S, nelle cui piazze ora si vede sventolare solo il tricolore, da destri puri non poteva che essere così, non converrebbe proprio per niente.  Perchè è la Lega Nord, che continua a chiamarsi Lega Nord e ad avere sempre lo Statuto indipendentista, ad ave

E in FVG ritorna la fissazione per la fantomatica "famiglia naturale"

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Hanno vinto le elezioni ma al voto si è recato meno del 50% del popolo avente diritto. Un dato politico enorme che delegittimerebbe qualsiasi operato di governo, ma in Italia si continua come se niente fosse fino a quando non si voteranno solo che tra di loro e per loro. Qualcuno vorrebbe riportare il Paese ai tempi delle crociate? Magari sogna crocifissi in ogni ovunque possibile ed immaginabile? Chissà. Intanto è stato reso noto che negli intenti programmatici del nuovo corso leghista del FVG si  intende assegnare alla Regione un ruolo di primo piano nella definizione di percorsi mirati, anche sotto il profilo dell'organicità legislativa, per accrescere la centralità della " famiglia naturale " - ha precisato Fedriga - quale cardine della società ." Famiglia naturale? E quale sarebbe?  E quale sarebbe la famiglia innaturale? Facile immaginarlo. E qui, sul concetto di "naturale" ed "innaturale" si incentrerà una scontro di civiltà impo

Né con Mattarella né contro Mattarella nel Paese dove si è scoperta l'acqua calda

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In questo momento il Paese è spaccato come minimo in due e gli hashtag, cioè simbolo del cancelletto (#) associato a una o più parole chiave per facilitare le ricerche tematiche in un blog o in un social network, #iostoconmattarella #ionostoconmattarella sono l'emblema di tutto ciò. Il governo più destro di sempre non è nato, per ora. Nell'Italia che ha trovato nella destra gialloverde la sua risposta alla domanda di protezione sociale tradita da governi più che di sinistra percepiti come sinistri che hanno delle responsabilità morali ed etiche profonde per come hanno governato il Paese. Sinistri che hanno trascinato, purtroppo, con loro a fondo tutto ciò che è minimamente di sinistra, ciò è un dato di fatto incontestabile.  E' responsabilità e colpa di chi ha governato fino ad oggi, che dovrebbe solo tacere invece di continuare a blaterare, se le destre son cresciute in modo esponenziale. E l'ultima cosa che serviva a costoro, alle destre

Passi per Milano ( foto)

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Marco Barone