La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Capodistria da piccola isola conquistata a città portuale conquistatrice dell'Adriatico

Eppure una volta era una piccola isola, un ponte univa quel piccolo centro al resto del continente. Passando da 500 anni di dominio veneziano e poi i francesi, dall'Impero Austroungarico, alla parentesi del Regno d'Italia e da tutte le peripezie che ne conseguiranno, dovrà aspettare il memorandum di Londra del '54 per conoscere la sua sorte definitiva, che verrà formalizzata fugacemente con Osimo nel '75, che sarà Jugoslavia prima, Repubblica di Slovenia oggi. Capodistria, in sloveno Koper, in croato Kopar, in tedesco Gafers è una città bella, viva, vitale, che si appresta a conquistare l'Adriatico con il suo porto, con il suo sistema portuale, che concorre con quello di Trieste, Venezia e Ravenna.
Una città in cerca della sua identità, non è statica non è immobile, è in movimento, una piccola accozzaglia di architetture che da un lato possono richiamarti Miami Beach, dall'altro un borgo veneziano, dall'altro una qualche periferia degradata di una città metropolitana europea, dall'altro si appresta ad rincorrere una futuristica Dubai con la torre da 111 metri di altezza che un giorno forse troverà forma, tra palme, ulivi, e tradizioni, è oggi una città portuale che non si ferma, che continua a volare e conquistare indomita l'Adriatico mare.

Marco Barone

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