C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

L'ultimo muro d'Europa non è mai caduto

Non è mai caduto l'ultimo muro d'Europa, ma uno dei primi a sorgere, quando la guerra fredda nacque proprio qui, nel Confine Orientale, tra il blocco Occidentale e la Jugoslavia, quando era ancora in buoni e fermi rapporti con l'Unione Sovietica. Qui si è rischiata la terza guerra mondiale non appena si è conclusa la seconda. E' stato il primo muro a sorgere e dividere l'Europa subito dopo la guerra di liberazione dall'occupante nazifascista. Dopo il maggio del '45 ed il giorno della vittoria, quando si porrà la questione dei confini, che si inizierà a formalizzare con il Trattato di Pace del '47, passando dalla Linea Morgan.  Linea Morgan, che sarà basilare per la definizione dei confini che verranno tra l'Italia e la Jugoslavia. Originariamente  chiamata Linea Blu  ma in realtà il suo nome doveva essere Linea Hamblen, il maggiore americano che "cominciò a fare ghirigori su una mappa con una matita colorata, tirò una linea immaginaria dalla costa attraverso Trieste e poi verso Nord e mentre esaminava il suo lavoro estemporaneo gli altri ufficiali, da entrambe le parti, credettero che fosse il risultato finale e si dissero subito d'accordo." 
Una linea nata casualmente, quasi come un gioco, tracciando con un disegno quel confine che segnerà il primo muro tra due mondi alleati per combattere il nemico comune nazista, ma che mai si sono amati, e che hanno rischiato di cadere precipitosamente nella terza guerra mondiale a partire proprio dalla questione calda, anche se minimale, rispetto ai più importanti interessi globali, di Trieste e secondariamente di Gorizia. Verrà poi il Memorandum di Londra, il Trattato di Osimo, con linee disegnate dal gesso, alla vernice, ai paletti, al reticolato. Dove tante storie, leggende, e manipolazioni si son affermate nel corso degli anni soprattutto a discapito degli sloveni. Per arrivare poi alla caduta dell'ultimo muro d'Europa, dopo quello di Berlino, che porterà nel '47 alla nascita della vitale Nova Gorica. Se fino ad allora si ricordava la famigerata "domenica delle scope" oggi le cose son cambiate, perchè son gli italiani a recarsi a Nova Gorica per spendere e comprare e divertirsi. Ma questo lo si deve dire sottovoce.
Quando nel 2004 quel reticolato alto anche fino a 2 metri cadrà, con una piazza  oggi divisa anche dal nome, non è mai realmente caduto l'ultimo muro d'Europa perchè dalla parte italiana si son chiusi a riccio, rintanandosi in nostalgie e rimandi storici che hanno favorito proprio la rottura dei rapporti con gli sloveni. E' L'Italia a non aver mai voluto far cadere il muro con la Slovenia e non viceversa. Forse per far capire la realtà si dovrebbe ritornare a posizionare reticolati di 2 metri di altezza, filo spinato, come quello che la Slovenia ha collocato in alcune sue zone di confine per osteggiare la fantomatica rotta balcanica? 
Servono i muri visibili per abbattere quelli invisibili e più dannosi di quelli di cemento o metallo?

Marco Barone
fonte foto social

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