Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Comune di Trieste premia la Lega Nazionale per la sua storia. Anche per le sue battaglie contro il bilinguismo?

Il Comune di Trieste ha assegnato la civica benemerenza della città di Trieste alla Lega Nazionale con questa motivazione: “In segno di gratitudine per l'impegno profuso fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1891, per la conservazione dell'anima italiana di Trieste all'epoca dell'Impero asburgico, per il ricongiungimento di Trieste all'Italia nel secondo dopoguerra e per la rivendicazione del diritto di operare affinché Trieste acquisisca definitivamente il ruolo di capitale morale di tutti gli Italiani dell'Adriatico orientale”. Ora ci sono tante cose che si possono dire su questa organizzazione, che ha avuto anche in affidamento il centro di documentazione di cui alla "foiba" di Basovizza. Monumento inaugurato nel 2007 nel suo nuovo assetto e da quando esiste ha praticamente oscurato quello storico dedicato a quattro antifascisti sloveni fucilati di Basovizza, Ferdo Bidovec, Franjo Marušič, Zvonimir Miloš e Alojz Valenčič,condannati a morte in quello che è stato definito come il primo processo di Trieste, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato Fascista il 6 settembre del 1930. Dal 9 settembre 1945, in quel luogo, è stato inaugurato un monumento in memoria dei quattro eroi di Basovizza e da allora, ogni domenica successiva al sei settembre si svolge una commemorazione ufficiale, partecipatissima soprattutto dagli antifascisti sloveni. Ora la Lega Nazionale è nota per le sue battaglie contro il bilinguismo in una terra come il FVG che se ha il suo statuto speciale lo deve anche alla componente slovena perchè il FVG ha radici storiche e culturali e linguistiche non solo latine ma anche slave. Sul sito di quella organizzazione, ad esempio, vi è pubblicata una lettera-documento,dal seguente titolo: Perché io, giovane triestino, sono contro il bilinguismo e la maggiore tutela dello sloveno e degli sloveni nel Friuli Venezia Giulia.
E tra le motivazioni si legge: "Perché si va a creare una CASTA DI PRIVILEGIATI, coloro che, nati da famiglia bilingue, avranno il posto di lavoro assicurato, avranno accesso privilegiato ai concorsi pubblici, avranno un occhio di riguardo nei rapporti con la pubblica amministrazione. Perché voglio che venga PREMIATO CHI SE LO MERITA e non chi ha avuto la "fortuna" di nascere in una famiglia bilingue ".  E' il caso di ricordare al Comune di Trieste che il simbolo delle violenze subite soprattutto dagli sloveni, che hanno patito un processo di pulizia etnica identitaria è l'incendio del Narodni dom, avvenuto nel luglio del 1920. Quando ancora la marcia su Roma non era accaduta, mentre era avvenuta quella su Fiume che ha anticipato quella su Roma e che vedrà il dannunziano Giunta che diventerà anche segretario del PNF essere in prima fila nell'assalto al Narodni Dom. Cosa che si replicherà a Pola. E poi a Gorizia, questa volta sotto il pieno fascismo il 4 novembre del 1926, al grido di viva l'Italia colpendo il Trgovski Dom. E lasciare intendere che si tratta di privilegi o fortuna quando si tratta di tutelare lo sloveno è un qualcosa che non merita commento, ma forse merita un premio da parte del Comune di Trieste, da chi ora lo rappresenta.
 
Marco Barone 
 
 

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