Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Crisi Eaton Monfalcone, debolezza politica o arroganza americana? L'azienda vuole chiudere



"Totale indisponibilità da parte dell'azienda di fronte alle proposte avanzate dalla Regione, che prevedevano una richiesta di sospensione per almeno sei mesi delle procedure di licenziamento al fine di trovare soluzioni che potessero consentire il ricollocamento dei lavoratori."
Tre righe comunicate dalla Regione del FVG che faranno tremare le 200 famiglie del monfalconese e bassa friulana della Eaton ed indotto di Monfalcone.
L'azienda tira diritto per la sua strada. Non erano alte le aspettative sull'incontro di Roma, che è stato caratterizzato anche da toni duri.

L'azienda non vuole sentire alcuna ragione, ha manifestato, per quello che emerge, e viene comunicato  "un atteggiamento di totale chiusura verso qualsiasi proposta portata al tavolo. Tra queste la possibilità di sospendere la procedura di mobilità per almeno 6 mesi, durante i quali la Regione avrebbe attivati gli ammortizzatori sociali al fine di favorire le procedure per la ricollocazione dei lavoratori attraverso un confronto tra istituzioni e sistema economico del Friuli Venezia Giulia. Un'ipotesi, questa, che però è stata bocciata dall'azienda. Inoltre è stato stigmatizzato il comportamento assunto dalla Eaton che, senza alcun preavviso nonostante la situazione di difficoltà riscontrata ormai da tempo, ha deciso di procedere al licenziamento non portando per tempo la Regione a conoscenza delle difficoltà industriali in cui versava."
Ora, quello che accade a Monfalcone ed in Italia per l'ennesima volta è perchè gli americani possono permettersela questa arroganza? 
Perchè il territorio è politicamente ed economicamente debole? Perchè l'Italia non è in grado di schierarsi concretamente contro le multinazionali ma solo di favorirle? 
In Germania si sarebbero comportati nello stesso modo? Dopo magari aver beneficiato anche di contributi pubblici?
E verranno restituiti questi contributi se l'azienda li ha percepiti, e sarebbe interessante capire quanti in caso di risposta affermativa, in caso di delocalizzazione in Polonia o dove vogliono costoro?
E' fondamentale che il territorio comprenda la gravità di questa situazione ed agisca manifestando piena solidarietà soprattutto dopo il 4 marzo, quando finito il periodo elettorale forse molte attenzioni verranno meno. Arroganza americana che ha trovato strade spianate grazie agli orrori legislativi ed ai comportamenti di governi che si sono succeduti nel tempo in Italia che non hanno fatto altro che ostacolare e distruggere i diritti dei lavoratori e favorire il grande capitale e la conseguenza pratica nella realtà è proprio quella che ora accade a Monfalcone.  Il punto è che fare?
Marco Barone 

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