La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Viva i re, gli imperatori e le regine a Trieste una statua di 7 metri per Maria Teresa a Ponterosso



Siamo una Repubblica che ha sconfitto la monarchia ma che dedicherà una statua ad una imperatrice di quell'Impero che scatenerà poi la prima guerra mondiale, che l'Italia aggredirà per prendersi soprattutto quella Trieste che voleva per il suo porto, per poi addormentarlo.

Si dice che la grandezza e la bellezza di Trieste è dovuta a Maria Teresa d'Austria .

A Trieste è esplosa una vera e propria austro-nostalgia che non conosce colore politico, che unisce vari sentimenti, che si inchina all'Impero perduto e caduto, che si inchina alla nobiltà, quella nobiltà a cui la rivoluzione francese ha fatto saltare più di qualche testa, quella nobiltà che sfruttava  il popolo per i propri usi e costumi e vizi più disparati.

Come è sempre accaduto storicamente. Ma purtroppo storie e film come quelli sulla principessa Sissi o l'attesa del perenne principe azzurro hanno lasciato nell'immaginario collettivo istantanee fuorvianti rispetto alla vera essenza degli imperi e delle monarchie. Per arrivare a mitizzare l'indicibile, quell'indicibile che prende forma. D'altronde se oggi si condannano le monarchie un motivo ci sarà pure. Si presume.

Siamo una Repubblica ma si grida viva il re, l'imperatore, l'imperatrice, la regina. E non siamo mica in qualche paese sperduto d'Italia che vive di nostalgia per la monarchia, ma a Trieste, da cent'anni assegnata all'amministrazione d'Italia, costata milioni di morti e di feriti, se uniti quelli dei due fronti.

Tutto normale qui.  Perchè Trieste era Austria, era il porto di Vienna, che ha celebrato ed onorato in modo importante la salma dell'arciduca Francesco Ferdinando e di Sofia. Il 29 giugno di quell'anno a Vienna il professor Redlich scriveva: “in città non c'è alcun segno di lutto, c'è musica ovunque”, mentre il Times racconterà il “funerale in termini così sobri da indurre sonnolenza e gli osservatori stranieri a Vienna si stupirono del fatto che in città il lutto per l'erede al trono imperiale fosse tanto superficiale e chiaramente solo di circostanza”. Insomma, una reazione completamente diversa tra Trieste e Vienna che serve per capire il sentimento di parte di questa città verso l'impero.

Una statua realizzata in bronzo, alta circa 4,5 metri e del peso di 1.800 chilogrammi che troverà collocazione in piazza Ponterosso e verrà posta su un piedistallo di forma ottagonale (raggiungendo così circa 7 metri d'altezza) sui lati del quale saranno affisse targhe riportanti le opere compiute dall'imperatrice.

Marco Barone




Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot