Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

In FVG 4759 migranti,solo 101 i Comuni che ospitano.I 600 del CARA verranno ricollocati in FVG


I dati sono chiari. A livello nazionale il FVG è ancora fermo al 3%, percentuale bassa, ma per quanto bassa, stante la concentrazione in alcune realtà, e le speculazioni che ne sono derivate e le politiche volute, mirate e sistematiche di non accoglienza ben note, la situazione è diventata difficile. Difficile soprattutto per i migranti. A livello regionale ci sono 4.759 presenze totali, con una incidenza dello 0,39% e che nella lettura provincia per provincia vedono l'incidenza dello 0,74% in quella di Gorizia, dello 0,36% in quella di Pordenone, 0,46% a Trieste e 0,29% in quella di Udine. Sono in tutto 101 i comuni che ospitano migranti su 216. I 600 migranti circa ad oggi che hanno trovato collocazione nel CARAverranno ricollocati nel FVG solo una piccola parte verrà collocata fuori regione. Pare evidente che i Comuni chiamati ad ospitare sono destinati ad incrementare così come pare evidente che è necessario una inversione di tendenza da parte delle varie Prefetture nei confronti dei Comuni inospitali e dormienti. Gli strumenti normativi ci sono. Ad oggi si è voluto evitare lo scontro istituzionale  e ciò ha comportato che centinaia di "fuori convenzione" hanno vissuto e vivono nel bel mezzo della strada. 
Nessuno vuol dichiarare l'emergenza, ed i numeri come sussistenti non rappresentano alcuna emergenza. Emerge invece una non volontà di accoglienza, emerge la volontà di espellere i migranti dal FVG e dalle città, almeno da parte di alcune amministrazioni locali.

Marco Barone

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