C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Dopo anni il Senato si sveglia: Sappada in FVG aspettando la Camera ed altri 16 Comuni in fuga dal Veneto

Quella di Sappada può essere l'inizio di una fuga sancita in via democratica e ratificata con difficoltà per legge ordinaria di tanti Comuni dal Veneto verso il Friuli Venezia Giulia od il Trentino Alto Adige. 

Sarà un caso ma dopo quasi dieci anni si arriva in Senato all'approvazione di questo passaggio di Sappada in FVG, in prossimità delle elezioni, del referendum dell'autonomia che si effettuerà in Veneto e Lombardia senza dimenticare le consistenti turbolenze internazionali secessioniste che fanno tremare l'Europa. Europa sempre più silente. 

Iter:
Nel luglio 2007, su richiesta sottoscritta da oltre 400.000 cittadini, il Consiglio comunale delibera l'indizione di un referendum popolare consultivo per il passaggio di Sappada alla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, nell'ambito della Provincia di Udine. La votazione si è tenuta nelle giornate del 9 e 10 marzo 2008: l'affluenza è stata pari al 75,3 per cento (ossia 903 elettori) e i sì hanno vinto con il 95 per cento dei voti. Il 18 marzo 2009 il Consiglio provinciale di Udine ha approvato l'ordine del giorno per il passaggio di Sappada alla Regione Friuli-Venezia Giulia. Sia il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, il 23 novembre 2010, che quello del Veneto, il 28 giugno 2012, hanno espresso il proprio parere favorevole. L'8 gennaio 2014 la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha espresso anch'essa parere favorevole.  E da quel momento il vuoto. Nonostante vive proteste, diffide e scontri politici. Nessuna legge costituzionale ma una semplice legge ordinaria sancirà questo passaggio. 

Posizione del Governo:
Il Governo ha espresso parere favorevole evidenziando alcuni aspetti interessanti di tutta questa vicenda: 

"Sappada è storicamente carnica: è stato detto in diversi interventi e ciò è testimoniato, oltretutto, dalla continua appartenenza alla diocesi di Udine. La rottura è avvenuta a metà dell'Ottocento, a causa di un dominio esterno alla storia italica. In breve tempo, però, dopo quel passaggio alla provincia di Belluno, la popolazione chiese il ricongiungimento alla provincia di Udine, nel 1966 con una petizione popolare e nel 2008 con un referendum plebiscitario, ora richiamato. La vita comunitaria è legata alla più vasta comunità carnica. Appunto per questo la rilevanza non è la specialità, ma la comunità. Nemmeno parlerei di autodeterminazione dei popoli: nulla c'entra la vicenda di Sappada con il tema dell'autodeterminazione, mentre c'entra con il ricongiungimento comunitario. C'è un fatto di particolare rilievo: entrambe le Regioni, sia quella cedente sia quella ricevente, hanno espresso parere favorevole. Quindi, si tratta di un caso che definirei più unico che raro, di una condizione davvero specifica e particolare, puntuale e non estensibile ad altre situazioni."

Altri 16 Comuni, in fuga dal Veneto, attendono giustizia
Da segnalare, come è emerso all'interno del dibattito, che ora si potrà registrare un mero ed inevitabile effetto domino. D'altronde la democrazia o viene rispettata oppure è una gran presa in giro. 
Si è ricordato che "negli ultimi dodici anni nel Veneto ci sono stati trentuno referendum per far passare dei Comuni al Friuli-Venezia Giulia o al Trentino-Alto Adige.  Di essi, in quasi tutti ha vinto il sì; solo in sedici di essi si è raggiunta la maggioranza del 51 per cento e quindi sono validi. Pertanto, quando diciamo che vogliamo rispettare la volontà del popolo, dobbiamo sapere che nelle Aule del Parlamento nei prossimi anni dovremo dire sì a sedici Comuni, se vogliamo essere coerenti con quello che stiamo dicendo. La stessa cosa devono fare il Consiglio regionale del Veneto, il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia e i Consigli provinciali del Trentino-Alto Adige".

Sarà realmente così?

Marco Barone 

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