Ogni estate il solito tormentone, e questo tormentone diventa una vera e propria ossessione contro una delle categorie lavorative che meriterebbero maggior rispetto e tutela in Italia, ma che a dirla tutta viene continuamente ridicolizzata. Parlo del corpo docente della scuola pubblica italiana.
I problemi della scuola italiana sono noti e la famigerata Legge 107 del 2015, nota come "buona scuola" ma diventata di dominio pubblico come cattiva scuola altro non ha fatto che peggiorare la situazione. Una legge che ha registrato uno degli scioperi più importanti mai realizzati in Italia in tale comparto, una legge scritta contro la comunità scolastica, una legge che ha determinato un mero incremento pazzesco dei contenziosi in tutte le sedi.
Il personale scolastico, nel suo complesso, è quello più corposo dell'intera Pubblica Amministrazione, con delle responsabilità sociali fondamentali per la nostra società. Un personale che vede il contratto fermo da dieci anni, con stipendi ridicoli e continui incrementi di responsabilità, carichi di lavoro a costo zero per lo Stato. Personale che ha perso autorevolezza, nel contesto della scuola intesa come azienda che deve fornire un servizio e dove l'utenza, famiglie e studenti, hanno oggi un ruolo inimmaginabile fino a qualche decennio addietro.
La scuola non è più una comunità, ma è diventata altro. Un luogo dove le discussioni critiche non sono più ammesse, dove il mito della meritocrazia altro non ha comportato che favorire il personale "fedele" alla dirigenza, che in modo improprio viene ancora definita come preside, ma i presidi di una volta non ci sono più. Così come è vero che i dirigenti sono chiamati a gestire situazioni difficili ma con poteri importanti a propria disposizione.
Quella della professione docente dovrebbe essere riconosciuta come attività usurante, perchè è un lavoro usurante, difficile, ma con le riforme in essere non solo gli stipendi sono miserabili, ma si allontana sempre di più l'età pensionabile. Ed in tutto ciò per una situazione di incomprensione sociale si continua a dire che i docenti in estate hanno due mesi di vacanza. Falso. Hanno mediamente 30 giorni di ferie, come previsto dal contratto.
Una farneticazione che viene messa in atto per legittimare l'apertura delle scuole in estate. Dicono che non ci andranno i docenti.
Premesso che nella maggior parte delle nostre scuole per ragioni climatiche già a partire da maggio, si registrano temperature oltre i parametri di sicurezza all'interno delle aule, ma quello che al sistema interessa è rompere il muro della "chiusura" delle scuole in estate, che siano privati od altro ad entrarci poco conta, l'importante è aprire la strada sulla pelle dei docenti sempre più ridicolizzati e maltrattati socialmente. Sarà che ciò accade con tale accanimento perchè nella scuola esiste la questione del lavoro femminile, stante il fatto che la quasi totalità dei docenti sono donne?
Marco Barone
Commenti
Posta un commento