Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'UTI più popolosa del FVG è quella Giuliana la meno popolosa quella del Canale nel FVG che continua a perdere abitanti





Da 4 capoluoghi di provincia a 18 capoluoghi delle UTI, una frammentazione del territorio particolareggiata in una regione, quale quella del FVG che sfiora 1 milione e 200 mila abitanti. Piccola regione, con un calo demografico sistematico, consistente, e sicuramente la soluzione non saranno fantomatici ed assurdi piani di natalità o similari assurdità, in un mondo dove siamo più di 7 miliardi di persone, ma divenire terra attrattiva dove poter favorire tramite processi di integrazione i futuri cittadini del FVG che giungeranno dalle varie parti del nostro piccolo e complesso mondo. Terra di confine, terra di migranti, di passaggio e ponte ideale tra mondi che continuano più a guardarsi con sospetto che con rispetto. L'UTI più popolosa è quella Giuliana, dove vi rientra Trieste, la meno popolosa quella del Canale. 18 UTI dai nomi fortemente identitari, 18 piccole contee che potevano essere evitate. Probabilmente presto invece del vecchio cartello benvenuto nella provincia di Gorizia, o Trieste, Udine o Pordenone, spunteranno 18 cartelli per le 18 rispettive UTI, così come curioso sarà di capire se in Italia hanno capito che in FVG le province non esistono più, salvo qualche funzione transitoria, ultimo respiro prima dell'amen. Così come sarà curioso capire come verranno aggiornati tutti i programmi tutte le funzioni  delle macchine burocratiche ecc che dovranno sostituire la dicitura provincia con quella delle UTI. E poi, a scuola, quando si insegnerà la geografia, si spigherà che in FVG ora ci sono 18 capoluoghi di UTI? Dovranno fare un piccolo sforzo di memoria sia gli studenti che gli insegnanti, sia per ricordarsi quali saranno i comuni capoluogo che i nomi delle UTI. Se alcune saranno di facile memoria, come quella Giuliana, altre, richiederanno del tempo per essere memorizzate, come quella Carso, Isonzo, Adriatico, quella di Livenza Cansiglio Cavallo o Sile e Meduna. Come sempre siamo sempre dei maestri a complicarci la vita.
Marco Barone

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