Nel
sito del Parlamento Europeo si evidenzia che "la libertà di circolazione e soggiorno delle persone all'interno dell'UE
costituisce la pietra angolare della cittadinanza dell'Unione,
introdotta dal trattato di Maastricht nel 1992. La graduale eliminazione
delle frontiere interne nel quadro degli accordi di Schengen è stata
seguita dall'adozione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei
cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di
soggiornare liberamente nell'UE. Nonostante l'importanza di tale
diritto, 10 anni dopo la data limite per l'attuazione della direttiva
sussistono notevoli ostacoli in termini di attuazione". Ed è assolutamente vero. Come è noto con la
risoluzione del Parlamento europeo del 12 aprile 2016 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE in materia di immigrazione si è dato il via libera a quanto disposto dalla Commissione Europea nel 2015 a proposito di
Schengen e la gestione e sicurezza delle frontiere esterne.
Cosa ha formulato il Parlamento Europeo?
Il Parlamento Europeo ha ricordato che sin dall'istituzione dello spazio Schengen,
l'Unione è uno spazio privo di frontiere interne, che gli Stati membri
di Schengen hanno elaborato una politica comune, da attuare in varie
tappe, riguardo alle sue frontiere esterne e che un siffatto sistema si è
sempre basato sulla logica intrinseca secondo cui l'abolizione dei
controlli alle frontiere interne deve andare di pari passo con misure
compensatorie che rafforzino le frontiere esterne dello spazio Schengen,
nonché la condivisione di informazioni attraverso il Sistema di
informazione Schengen ("SIS") ma ha dovuto prendere tristemente atto "che il 15 dicembre 2015 la Commissione ha presentato
una proposta di revisione mirata del codice frontiere Schengen, che
prevede l'introduzione di controlli sistematici per tutti i cittadini
dell'Unione (non solo per i cittadini dei paesi terzi) tramite la
consultazione delle pertinenti banche dati alle frontiere esterne dello
spazio Schengen".
Il Parlamento ritiene che lo spazio Schengen sia una delle maggiori conquiste
dell'integrazione europea; osserva che il conflitto in Siria e i
conflitti in altri luoghi della regione hanno determinato un numero
senza precedenti di arrivi di migranti e rifugiati nell'Unione, una
situazione che, a sua volta, ha rivelato le carenze in alcune parti
delle frontiere esterne dell'Unione; esprime preoccupazione per il fatto
che, in risposta a ciò, alcuni Stati membri abbiano sentito la
necessità di chiudere le proprie frontiere interne o di introdurre
controlli temporanei alle frontiere, mettendo così in discussione il
corretto funzionamento dello spazio Schengen.
Ed il risultato è che chi si reca ad esempio in Croazia dovrà subire delle file di diverse ore. Situazione che danneggerà pesantemente l'economica croata, già precaria di suo.
Quale la motivazione di questa pesante revisione?
"Per accrescere la sicurezza nello spazio Schengen, la Commissione
propone una modifica mirata del codice frontiere Schengen volta a
introdurre controlli sistematici obbligatori dei cittadini dell'UE
alle frontiere esterne terrestri, marittime e aeree. Saranno introdotti
controlli obbligatori dei cittadini dell'UE basati sul raffronto con
banche dati, quali il sistema d'informazione Schengen, la banca dati
dell'Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti e i pertinenti
sistemi nazionali, al fine di verificare che le persone in arrivo non
rappresentino una minaccia per l'ordine pubblico e la sicurezza interna.
La proposta rafforza l'obbligo di verificare gli identificatori biometrici
nei passaporti dei cittadini dell'UE in caso di dubbi sull'autenticità
del passaporto o sulla legittimità del titolare. I controlli d'ora in
poi saranno obbligatori anche all'uscita dall'Unione europea. In
linea di massima, poiché i controlli dei documenti e quelli delle
persone possono essere condotti parallelamente, le autorità dovrebbero
essere in grado di consultare le banche dati pertinenti senza ritardare
gli attraversamenti delle frontiere. Le norme prevedono comunque una
certa flessibilità nei casi in cui controlli sistematici potrebbero
esercitare un impatto sproporzionato sul flusso del traffico alla
frontiera: in simili casi gli Stati membri possono, sulla base di
analisi dei rischi, decidere di effettuare controlli mirati solo presso
alcuni valichi di frontiera terrestre e marittima. La valutazione dei
rischi sarà comunicata all'Agenzia, che potrà giudicare il modo in cui è
applicata l'eccezione nella sua valutazione della vulnerabilità. I
controlli sistematici nelle banche dati sono eseguiti secondo un
sistema "hit/no hit": se la persona controllata non rappresenta un
rischio, il controllo non viene registrato e i suoi dati non subiscono
un ulteriore trattamento. Questa modalità di utilizzo delle banche dati
inciderà in misura molto limitata, e giustificata dagli obiettivi di
sicurezza, sul diritto alla protezione dei dati personali."
Controlli sistematici ovvero agonia dell'Europa
Una risposta di debolezza dell'Unione Europea, ma conseguente della totale assenza di indipendenza ed autonomia decisionale in contesti politici strategici. Continuare ad inseguire il carro guerrafondaio ha prodotto questo risultato. Quello a cui stiamo assistendo da mesi, pezzo dopo pezzo, è il crollo semplicemente dell'Unione Europea. Pezzo dopo pezzo, frammento dopo frammento, e presto il puzzle ritornerà ad essere suddiviso in mille pezzi, indipendenti, schizofrenici e chi ne pagherà le conseguenze sono i cittadini entrati in un sistema senza essere stati consultati, dal quale è impossibile uscire, ma dal quale si verrà, invece, buttati fuori, perchè implode. D'altronde è noto che i terroristi attraverseranno le frontiere, con documenti con scritto io sono un terrorista, no? Saranno i cittadini, i turisti, i lavoratori, a pagare il prezzo di queste misure che non serviranno ad un bel niente sul piano della sicurezza preventiva, ma saranno invece certamente utili a scoraggiare le persone a spostarsi dall'Italia verso la Croazia ad esempio, perchè chi sopporterà ore ed ore di fila e trafila nella società dove la pazienza è pari a zero?
Marco Barone
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