Ad
aprile 2016 Il Consiglio Comunale di Trieste respingeva la
mozione
del quartetto antijugoslavo, che invitava il Sindaco "ad adottare i
provvedimenti in suo potere per evitare che anche il 1° maggio di
quest'anno compaiano, lungo vie e piazze di Trieste, simboli e
personaggi che si richiamano all'ex Jugoslavia e alla dittatura titina; a
invitare preventivamente gli organizzatori della manifestazione ad
attuare la necessaria vigilanza affinché la celebrazione della Festa del
Lavoro non venga infiltrata da tali provocatori e a sensibilizzare in
tal senso le Forze dell'Ordine". Ed ovviamente emergeva l'ovvia e basilare incompetenza del
Consiglio Comunale a trattare tale questione, che sarebbe stata una
ingerenza incredibile. Cambia il colore politico dell'amministrazione e si arriva ad un dunque che è una grande buffonata storica e politica e totalmente inapplicabile. Come ha sottolineato Giovanni Tomasin sul Piccolo di Trieste del 14 aprile 2017 il Consiglio
comunale, di mercoledì sera, "ha approvato una mozione
che chiede di vietare l’uso di vessilli con la stella rossa durante il corteo
del Primo maggio. Una data che non corrisponde soltanto alla Festa dei
Lavoratori, ma anche alla cacciata dalla città dei nazifascisti da parte delle
forze jugoslave al termine della Seconda guerra mondiale. Ragion per cui alle
sfilate dei sindacati si accompagnano sovente vessilli con il simbolo
comunista". Come è noto l'ANPI, organizzazione di cui faccio parte, con i suoi oltre
120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche
presenti e attive oggi nel Paese. Tra i vari scopi ha quello di restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di
democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di
tirannia e assolutismo ed anche valorizzare in campo nazionale e
internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà
dall'azione dei partigiani.
A fine 2016 è stato realizzato un documento nazionale incentrato sulle complesse vicende del Confine Orientale
E cosa è stato scritto?
Il
1° maggio 1945 la liberazione di Gorizia, Trieste e alcune città
istriane avvenne ad opera dell’esercito jugoslavo e il CLN si ritirò per
evitare combattimenti con gli jugoslavi.
Dunque il primo maggio a Trieste e Gorizia non si festeggia solo il giorno dei lavoratori, ma anche la liberazione dal nazifascismo in questo territorio con i simboli di chi ha lottato per ciò. Ogni tentativo avverso finalizzato a negare questa celebrazione, è una negazione di una pagina storica fondamentale, una buffonata degna di quanto accadeva nelle corti medievali ed anche rinascimentali, una buffonata che procura un gran ridere, figlia della disperazione, una provocazione nei confronti della quale è difficile non ridere, e ridiamo ma con i smboli della resistenza che il primo maggio hanno liberato questo territorio. Quello che avverrà dopo, è altra questione e conseguenza soprattutto di decenni di massacri e barbarie nazifasciste.
Marco Barone
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