Nella sezione cultura del Piccolo sono state riportate alcune dichiarazioni molto significative dello scrittore Larsson, molto letto in Friuli Venezia Giulia ed in tutta Italia. Larsson ha affermato che lo scrittore "non deve avere passaporti. Il nazionalismo puro è un’invenzione moderna che non ha ragione di esistere. La curiosità, l’apertura al diverso sono le chiavi per la cultura, e la cultura è l’unica cosa che conta. Io non mi sento più svedese di quanto non mi senta francese, danese o italiano. Anche il conseguente concetto di esilio e la sua connotazione negativa devono essere rivisti: l’esilio può anche arricchire la vita".
Concetto molto semplice, ma profondo e per nulla banale. Certo, molti si domanderanno ma come è possibile che il nazionalismo sia una invenzione moderna? In realtà non lo è, ma è certamente moderno il suo utilizzo esasperato, ed è a questo che pensa Larsson. D'altronde oggi esistono ancora organizzazioni, che non avrebbero più alcuna ragione di avere vita sociale e politica, e che vedono la loro ragione vitale nella difesa dell'italianità, ad esempio, di date zone d'Italia, come se fossero a rischio a rischio di estinzione. Roba assurda, destinata ad essere perseguita da qualche nostalgico di un passato che non ritornerà più, che potrà rivivere in qualche film in bianco e nero o libro con pagine ingiallite e pieno di polvere. Il mondo è cambiato, certamente è innegabile che urla di nazionalismo oggi ritornano, degne di morti viventi che camminano per le strade di città che hanno subito un grave processo di desertificazione razionale. Zombie destinati all'estinzione. Il futuro è un mondo senza barriere, il futuro che vogliono le nuove generazioni passa attraverso la cultura, la conoscenza, e la conoscenza e la condivisione cestinerà per sempre concetti anacronistici e ridicoli, quali quelli che caratterizzano il nazionalismo moderno in tutte le sue salse amare e prive di ogni sale di vita. E forse, un sano esilio, per usare Larsson, a costoro farebbe realmente bene, troverebbero pace con se stessi e con quel mondo che si rifiutano di accettare.
Marco Barone
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