La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Otto marzo, se ancora una volta sarà giorno di lotta



Vi sono date, ricorrenze, che spesso diventano occasione per riflettere, per celebrare, per commemorare. Vi sono invece altre date che continuano ad essere momento di lotta. Una di queste è certamente l'otto marzo, giornata internazionale della donna. Pur essendo entrati nel terzo millennio, pur essendo a livelli elevati in materia di tecnologia, non si può ancora oggi dire lo stesso in materia di "questione femminile", perchè esiste ancora, come quella meridionale, perennemente irrisolta. Certo, è vero che viviamo in un mondo dove le donne son di più rispetto agli uomini, che sono anche più longeve, che sono donne alcune delle personalità di spicco, come Christine Lagarde direttore operativo del FMI, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che sono donne uno dei gruppi più rilevanti nella resistenza curda, l' Unità di Protezione Popolare delle Donne (YPJ),che vi sono settori dove le donne son di più rispetto agli uomini, come la scuola, o guardando ancora al locale, dove può capitare che si candidano solo come sindaco delle donne, vedi il caso di Monfalcone,  e così via dicendo. Ma non è una questione di quantità, di quota, di numero. Possono esserci anche solo donne al potere ed essere espressione del solito potere del solito sistema, dunque, oltre all'apparenza non cambierebbe nulla, così come poco cambierà quando si avrà in America non più la first fady  ma il first gentleman o first man. E' una questione di sostanza, di contenuto, di struttura sociale. E' inutile negarlo, pensiamo allo sport, il calcio femminile non sarà mai e poi mai attraente come quello maschile, la pallavolo, inizialmente sport prevalentemente femminile, oggi conta solo quella maschile, gli sport che contano sono quasi tutti maschili, quelli femminili vengono percepiti come complementari, nulla di più e non hanno lo stesso business di quello maschile. La parità di genere oggi è lontana, le donne continuano a subire la prepotenza e forza maschile, cosa che persiste da quando esiste l'essere umano. I diritti son diritti, e non dovrebbero conoscere genere, ma le regole del gioco come sussistenti hanno sempre favorito il sesso maschile, non per legge della natura, ma perchè le Amazzoni sono una eccezione che non diventerà mai la regola, salvo quando nel mondo non ci saranno più uomini, forse solo in quel momento non si porrà più la questione "femminile". Ed ancora una volta, per ovvietà storica, l'otto marzo è un giorno di lotta, ci saranno proteste, manifestazioni, scioperi, dibattiti, riflessioni, alti e diversi contenuti, ma dopo l'otto marzo si dovrà attendere l'ordinario scorrere del tempo, per arrivare al prossimo appuntamento di lotta calendarizzato e ricordarci che dopo un tormentato '900 questo doveva essere il secolo del riscatto, quando in realtà sta diventando quello del ricatto contro il più debole? 

Marco Barone

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