C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Se per il giorno del ricordo si ricorre ad una frase di Pound




Si avvicina il giorno del ricordo, un giorno che continua a dividere continuerà a dividere e non potrà che dividere stante l'animus profondamente revisionista ed antistorico che ha caratterizzato fin dal suo maldestro concepimento questo giorno. Poteva e doveva essere un qualcosa di diverso, di più rispettoso, ma così non è stato. Si preparano le tipiche iniziative, mentre in Italia si è perso il conto delle vie dedicate in modo improprio ai "martiri delle foibe" quando il fenomeno foibe non ha nulla da spartire con il concetto religioso cristiano di martirio, per non parlare della inopportuna mescolanza con la sconnessa vicenda dell'esodo che ha condotto a far tutto dell'erba il canonico fascio che alla fine dei conti non ha reso realmente giustizia e rispetto alle reali sofferenze e drammi che molti hanno vissuto in relazione alle complicate vicende del confine orientale. Così come in tale schizofrenia ultra-nazionalista, si registrano cose di una certa gravità, come articolazioni delle Istituzioni che partecipano ad iniziative dove viene conferito anche il patrocinio, ed il cui oggetto principale è l'iniquità del Trattato di Pace del '47. Da non credere. Eppure succede anche questo nel 2017 ed in Europa. Giorno del ricordo che viene strumentalizzato per fini nazionalistici, tra chi rivendica la restituzione dell'Istria, Fiume e Dalmazia, chi si appella ad una fantomatica cultura millenaria italiana, nonostante la storia fattuale dimostri che l'appartenenza all'Italia di quelle terre è stata breve ed inferiore all'età di Cristo. Il tutto in un contesto storico dove revisionismo, e nazionalismo vanno a braccetto per minare le fondamenta di quell'internazionalismo, e pacifica convivenza, che in Europa è in precario equilibrio, stante il continuo recintarsi di alcuni Paesi dell'area balcanica ed estremo Est, ma non solo. Insomma, mai come in questo contesto storico il si presta a reminiscenze ultra-nazionalistiche mai realmente assopite.

Fatta questa premessa, voglio segnalare che  il comitato 10 febbraio ha diffuso una locandina per il giorno del ricordo del 2017, richiamando questa frase "Quello che veramente ami non ti sarà strappato", che è di Ezra Pound e come è noto i "fascisti del terzo millennio" hanno una realtà che si chiama Casapound proprio perchè si ispirano al pensiero di Pound e quella frase è stata spesso richiamata nelle loro cerimonie. Per esempio a Nereto, il 1 Novembre del 2011.  E così scrivono: "I versi di Pound raccontano non soltanto l’appartenenza di un sentimento che nessuno può più negare o occultare, ma qualcosa di ben più grande, donato a tutti noi: “Quello che veramente ami non ti sarà strappato. Quello che veramente ami è la tua eredità”. La nostra."
Nella Enciclopedia online della Treccani si legge, a proposito di Pound: "L'incontro con l'opera dell'etnologo tedesco L. Frobenius assolutizza l'importanza del fattore economico nel pensiero poundiano (ABC of economics, 1933), mentre si radicalizza la complessa riflessione sull'usura, responsabile dell'antisemitismo di Pound, che si era progressivamente avvicinato al fascismo italiano (Jefferson and/or Mussolini, 1935) e dimostrava un interesse misto a diffidenza per il nazismo tedesco. Negli anni Quaranta, iniziò a pubblicare su Il Meridiano di Roma (gli articoli sono raccolti in Idee fondamentali, a cura di C. Ricciardi, 1991), e tenne alla radio italiana una serie di discorsi in lingua inglese (raccolti in "Ezra Pound speaking". Radio speeches of world war II, a cura di L. Doob, 1978). Fortemente segnati da antisemitismo, avversi alla guerra e alla politica di Roosevelt, i radiodiscorsi contengono anche il progetto di un mondo affrancato da usura e avarizia, restituito a una mitica "pax saturnia" che P. vagheggiava guardando a certe componenti rurali del fascismo. Accusato di tradimento, nel 1945 venne fatto prigioniero dalle truppe americane di liberazione e internato in un campo vicino Pisa, dove scrisse The Pisan cantos (pubbl. nel 1948). Trasferito negli USA per un processo che non avrà luogo, fu dichiarato infermo di mente e rinchiuso per 12 anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeth (Washington)." Ora, giustamente si potrebbe dire ma chi se ne frega del comitato 10 febbraio. Giusto, se non fosse per il fatto che sono stati ricevuti in delegazione più di una volta in importanti sedi Istituzionali od il fatto che collabora spesso con la Lega nazionale a cui è stata affidata il Centro di Documentazione,  della Foiba di Basovizza,da parte del Comune di Trieste e sul punto, a tal proposito, sarebbe interessante capire con quale modalità e con quali criteri.

Marco Barone

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