Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Giorno del ricordo: importante conferenza stampa alla Camera dei Deputati con Pellegrino, Kersevan e Conti

Nel giorno del ricordo, in via generale, si afferma pienamente l'alleanza di una diabolica triade negazionista, riduzionista, giustificazionista, un gruppo di tre elementi aventi proprietà analoghe e con un solo fine, pontificare nel nome del giorno del ricordo, la verità assoluta attraverso il seme perverso del pensiero unico nazionalistico ed anticomunista. Tre elementi diventati concetti condivisi quali negazionismo, riduzionismo e giustificazionismo. Complementari per il perseguimento del fine ultimo governato da chiari intenti nazionalistici, anticomunisti. Cosa comportano questi tre elementi all'interni del giorno del ricordo? Che i negazionisti, riduzionisti e giustificazionisti  diventano seguaci di una corrente antistorica, cuore nero vitale del revisionismo storico, la quale ha lo scopo chiaro ed innegabile di riscrivere la storia attraverso una interpretazione politica, governata da intenti nazionalistici, rigorosamente anticomunisti, come già evidenziato. A questa triade diabolica, e contro una legge concepita con il seme del revisionismo, alla sala stampa della Camera dei deputati, il 9 febbraio 2017, si opporrà chi ha sempre cercato di rimettere le cose al posto giusto, contro una schizofrenia sistemica collettiva dove tifosi e supporter di tesi fantascientifiche dal punto di vista storico, si improvvisano storici, sparando, come se niente fosse, cifre totalmente sballate, tesi totalmente ufologiche, senza aver rispetto alcuno nei confronti delle reali vittime delle vicende del confine orientale e strumentalizzando una situazione che ben si presta  alla più grande pagliacciata reazionaria in corso negli ultimi decenni dal punto di vista storico. Insieme alla Onorevole Serena Pellegrino, interverranno Alessandra Kersevan, studiosa e coordinatrice del Gruppo di lavoro Resistenza Storica e Davide Conti, ricercatore e consulente presso l’Archivio Storico del Senato della Repubblica. Questo il comunicato dell'iniziativa:

Nel Giorno del Ricordo, le questioni del fascismo e dell’antifascismo, dell’immane contrapposizione da cui, grazie alla Resistenza, nacque la Repubblica italiana e la Costituzione antifascista, di tutto quanto accadde tra il 1943 e il 1945, nella Venezia Giulia, coinvolgendo italiani, sloveni e croati, subiscono una contrazione a-critica dentro la generica e rassicurante condanna della violenza da qualunque parte si fosse manifestata.

E’ necessario che i risultati della ricerca storica siano introdotti nella memoria pubblica nazionale, conformata suo malgrado ad un pensiero unico, volutamente esclusa dalle informazioni e riflessioni sul contesto storico e generalmente privata della possibilità di formare una adeguata consapevolezza del peso valoriale del ciclo fascismo/guerra mondiale/ antifascismo/ resistenza partigiana. La norma istitutiva del Giorno del Ricordo va integrata: poche essenziali precisazioni, che tuttavia sosterranno una informazione al pubblico più corretta sul piano storico e culturale, impediranno le abituali strumentalizzazioni politiche dell’evento e contribuiranno a rendere oggettivo il Ricordo di un periodo storico che non dobbiamo dimenticare.

Pur nella consapevolezza che il tutto ha avuto origine da una certa e chiara intenta volontà politica, ragionando con la realtà fattuale, forse qualche integrativo a quel pessimo disposto normativo potrebbe essere utile per sanare almeno parzialmente quelle mancanze ed omissioni dolose che si realizzano durante questa ricorrenza che ledono due volte le vere vittime da ricordare nel giorno del ricordo. E ciò sarebbe un passo importante, in un contesto generalmente a dir poco desolante.

Marco Barone 

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