Ci sono voluti diversi giorni per metabolizzare la gravità di quello che rischia di accadere a breve a Monfalcone. Marta Cuscunà, che non necessita di presentazioni, ha denunciato in modo semplice, efficace e profondo che "il teatro della mia città cambia linea: la rassegna di teatro contemporaneo che ha sempre ospitato, tra gli altri, anche i miei spettacoli, sarà cancellata dal nuovo assessore. Ci vediamo per l'ultima volta il 10 e 11 gennaio ma attenzione: sarà roba molto di nicchia." Roba di nicchia. Verga tramite un suo personaggio disse che“bisogna rompere la pentola per aggiustarla.” E probabilmente questo sarà il destino della cultura a Monfalcone, se questo è l'andazzo che si vuol perseguire? La rassegna in questione era nota per le tematiche trattate, affrontate, ed erano tutt'altro che di nicchia. Lavoro, legalità, scuola, questione femminile, integrazione, storia con ospiti che hanno dato una certa rilevanza all'ambiente culturale monfalconese, come Marta, Battiston, Riondino, Modena City Ramblers ecc. Per nicchia ecologica si intende "l’insieme dei fattori ambientali abiotici e biotici che sono necessari
alla sopravvivenza e alla riproduzione di un determinato organismo o di
una determinata popolazione (intesa, questa, nel sign. biologico)." Esteso tale concetto alla questione sociale e culturale come dovrebbe essere inteso il tutto? Sorge il sospetto che con il pretesto della "nicchia" cosa fuorviante ed infondata, vi sia il desiderio da parte di più di qualcuno di voler sopprimere quella cultura che reca fastidio.
Quella rassegna si rivolgeva ad una platea variegata e soprattutto alle nuove generazioni. Non che portare Majakowskij o Moliere sia sbagliato, ma sono questioni diverse, hanno un bacino di riferimento diverso. Potrebbero essere complementari? Probabilmente sì. La cultura non può essere intesa come un semplice mercato che ha come destinatario una fetta della torta ben limitata. La cultura deve essere libera, deve avere la forza di osare e provocare e soprattutto deve avere la forza di rivolgersi anche alle nuove generazioni, sempre più lontane dal teatro e la rassegna ContrAZIONI andava in questa direzione. Certo, ogni amministrazione comunale deve sicuramente mettere il proprio marchio su ogni cosa, ma la cultura non è roba della destra e neanche della sinistra, è un qualcosa di più profondo, di grande, di immenso,che si rivolge a tutti, e se la motivazione è la politica della nicchia, sinceramente si rimane basiti e Monfalcone perderà un pezzo enorme della sua vitalità culturale. Forse questa sarà l'occasione perchè possa affermarsi dal basso la nascita di un nuovo manifesto culturale? Che nascerà proprio da Monfalcone? Città che nella ricorrenza della rivoluzione d'ottobre è stata conquistata dalla destra?
Marco Barone
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