Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Nessuna distensione sarà mai possibile con chi celebra il duce mancato,D'Annunzio e la marcia eversiva su Fiume

Nessuna distensione sarà mai possibile con chi celebra il duce mancato, D'Annunzio e la marcia su Fiume. Il Sindaco di #Ronchi ha autorizzato a portare i suoi saluti? I cittadini di Ronchi ne terranno sicuramente conto in vista del voto del 23 ottobre e del progetto politico che viene sostenuto. Le parole espresse come ANPI sono state chiare, nette, in merito alla oramai nota celebrazione del duce mancato, quale D'Annunzio e dei suoi legionari, con i quali è andato ad occupare Fiume, che molti si scordano essere oggi una città croata, e che venne annessa all'Italia nel 1924 per e con il fascismo. Che nessuno vada a rappresentare il Comune di Ronchi, come già accaduto in passato, ove emersero equiparazioni assurde tra quella marcia di occupazione e la storia partigiana di Ronchi, e soprattutto che non ci vada con la fascia tricolore o con il gonfalone. Questo era l'auspicio. E questo è successo. E ciò è importante. Poi ognuno può, per vari motivi, giustificare la propria assenza come vuole, ma se uno vuole partecipare, o fare partecipare, il modo lo trova sempre come la storia politica d'Italia ha insegnato. E comunque, si desume che i saluti formali del Sindaco di Ronchi sono andati anche alla bandiera della RSI, alla XaMAS, ed altri simboli che non dovrebbero più esserci, ma che lì, per l'ennesima volta, erano presenti per onorare D'Annunzio ed i legionari?
O si tratta di saluti "differenziati"?


Non si può continuare a stare con un piede in due scarpe. O si sta dalla parte della resistenza, e si partecipa alla celebrazione della Brigata Proletaria, della battaglia partigiana di Gorizia, o si sta dalla parte dei dannunziani, della Lega nazionale, XaMAS  e compagnia varia, nessun compromesso è possibile, perchè si è in presenza di due opposti inconciliabili, politicamente,storicamente, eticamente e moralmente. Capisco che ancora oggi , una certa generazione, vive nel mito di D'Annunzio. E capisco che a queste celebrazioni ci partecipano visitatori esterni al nostro territorio dall'età media elevata. Ma ciò significa, per alcuni aspetti, poco. E' sicuramente colpa di come è stato studiato nelle scuole D'Annunzio. Presentato come eroe, patriota, tipico maschio italiano ecc. Si è nascosto o sminuito quello che realmente lui è stato, il suo razzismo contro i croati, il suo aver anticipato il fascismo con i fatti di Fiume, e si porta a giustificazione sempre la Carta del Carnaro. Carta autoritaria, che legittimava la dittatura, autoritaria, carta  con uno stile di  parvenza che tutelava le minoranze, perché si era sicuri della naturale soccombenza delle lingue,e culture reputate minori, nei confronti della suprema civiltà italica e latina ed imperiale,come ben si desumeva dalla lettura del testo. Insomma si è in presenza di un vero e proprio delirio storico. Su questa vicenda abbiamo scritto molto, siamo intervenuti diverse volte, ricordo il mio post su GIAP (sito del collettivo Wu Ming) che ha avuto rilevanza nazionale, riportando Ronchi all'attenzione di un dibattito storico importante, l'iniziativa Ronchi dei Partigiani, il cui esito sarà anche un corposo libro che verrà presentato in diverse parti d'Italia, ovviamente nella nostra Ronchi, con interventi di storici locali ed anche di rilevanza internazionale e non solo. Il 2019 è in arrivo, ricorrerà il centenario di quella scellerata impresa militare, ed il miglior modo per ricordarla è condannarla, non celebrarla od esaltarla. Così come rimane in piedi la questione sul titolo del Legionari di Ronchi, ci vorrà tempo, ma si arriverà anche formalmente a fare giustizia, tramite un processo democratico. Ed a tal proposito mi domando, visto che era presente un consigliere del Comune di Trieste, ma lo sanno che la storica via Trieste di Ronchi è stata cancellata per far posto alla via D'Annunzio?  E non si tratta di cancellare la storia, come qualcuno vorrebbe far intendere, ma semplicemente di finirla con queste offese storiche. Ognuno è libero di ricordare quello che vuole, potrà ricordare D'Annunzio anche se a Ronchi non ci sarà più l'indegno titolo "dei legionari" e "tornerà" a chiamarsi semplicemente Ronchi, come vorrebbero forse la maggior parte dei cittadini di Ronchi, ma nessuna celebrazione, nessuna esaltazione, potrà mai essere accettata in merito a D'Annunzio, all'impresa eversiva e militare di Fiume, partita casualmente da Ronchi.

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