C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

In Italia diminuisce il numero dei residenti, ma in FVG aumentano le acquisizioni di cittadinanza italiana

I dati dell'ISTAT confermano quello che già si era percepito da diverso tempo. Al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (8,3% dei residenti a livello nazionale, 10,6% al Centro-nord). Nel corso del 2015 il numero dei residenti ha registrato una diminuzione consistente per la prima volta negli ultimi novanta anni: il saldo complessivo è negativo per 130.061 unità. Il calo riguarda esclusivamente la popolazione di cittadinanza italiana – 141.777 residenti in meno. L'ITAT rileva che nel corso del 2015 sono state registrate 485.780 nascite e 647.571 decessi. Pertanto, il saldo naturale (differenza tra nati e morti) è negativo per 161.791 unità; bisogna risalire al biennio 1917- 18 per riscontrare valori ancora più elevati. Il saldo naturale della popolazione complessiva è negativo ovunque, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano. 

Guardando ai dati ove è citato anche il Friuli Venezia Giulia.

Tasso di crescita naturale: 
Il tasso di crescita naturale si attesta a -2,1 per mille a livello nazionale e varia dal +1,9 per mille di Bolzano al –7,8 per mille della Liguria. Anche Molise (-5,4 per mille), Friuli-Venezia Giulia (-5,1 per mille), Piemonte, Toscana e Umbria presentano decrementi naturali particolarmente accentuati (tutti a -4,8%). popolazione straniera aumenta di 11.716 unità.

Acquisizioni cittadinanza italiana:
A livello territoriale, le acquisizioni di cittadinanza italiana risultano più numerose nelle regioni dove si concentra una presenza straniera stabile da più tempo: Lombardia (25,8% del totale), Veneto (14,5%), Emilia Romagna (12,6%). Se si considera il tasso per mille stranieri residenti, le regioni con i valori più elevati risultano il Trentino-Alto Adige (58,6), le Marche (53,3), il Friuli-Venezia Giulia (51,4), il Veneto (50,4). Le acquisizioni della cittadinanza italiana comportano, ovviamente, una diminuzione della popolazione straniera residente .

Età media della popolazione:

Al Centro-Nord l’età media supera i 45 anni, nelle regioni del Mezzogiorno è di poco superiore ai 43 anni. A livello regionale il valore più elevato si registra in Liguria (48,5 anni) seguita da Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Piemonte, Umbria e Molise (valori superiori ai 46 anni). Di contro l’età media è più bassa del valore nazionale in Lombardia, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Campania, (in quest’ultima è inferiore a 42 anni).

Guardando alla situazione della popolazione straniera residente in Italia, presenti poco meno di 200 nazionalità:

"Gli stranieri residenti in Italia sono cittadini di un Paese europeo in oltre il 50% dei casi (oltre 2,6 milioni di individui), di cui poco più del 30% (1,5 milioni) di un Paese dell’Unione. La restante parte proviene dagli Stati dell’Europa centro orientale non appartenenti all’Ue (1,1 milioni). Gli Stati africani sono rappresentati per un ulteriore 21%, prevalentemente da cittadini di Paesi dell’Africa settentrionale (13,3%) e occidentale (6,1%); più o meno la stessa quota sul totale (20%) spetta ai cittadini dei paesi asiatici (circa 1 milione di persone per entrambi i continenti). Il continente americano conta meno di 400 mila residenti in Italia (7,5%), quasi tutti cittadini di Paesi dell’America centro meridionale (7,2%). Completano il panorama, con percentuali molto esigue, i cittadini dell’Oceania e gli apolidi. Complessivamente, sono presenti nel nostro Paese poco meno di 200 nazionalità. Le prime dieci cittadinanze in ordine di importanza numerica da sole raggruppano quasi il 65% del totale dei residenti stranieri (3.245.908 individui), le prime cinque quasi il 51% (2.558.625). La collettività più numerosa è quella rumena con 1.151.395 residenti, il 22,9% del totale. Seguono i cittadini dell’Albania (467.687, il 9,3%), del Marocco (437.485, l’8,7%), della Cina (271.330, il 5,4%) e dell’Ucraina (230.728, il 4,6%).

Con riferimento ai contingenti più rappresentativi, i cittadini cinesi e ucraini sono cresciuti del 2,1% rispetto al 31 dicembre 2014, i cittadini bengalesi del 3% (raggiungendo le 118.790 unità), gli egiziani del 5,9% (109.871), i pakistani del 5,8% (101.784), gli indiani dell’1,8% (150.456), i cingalesi dell’1,7% (102.3016). Aumentano anche i cittadini di diversi paesi africani, principalmente nigeriani (+8,6%, 77.264) e senegalesi (+4,4%, 98.176); incrementi elevati si registrano anche per nazionalità africane meno rappresentate, quali quella libica (+7,2%), la somala (+2,3%) ma soprattutto per le collettività provenienti dal Gambia (poco più di 8 mila persone, più che raddoppiati nel 2015) e dal Mali (circa 10 mila, +70%). Risulta infine in crescita anche il numero di Afghani (+12%, meno di 9 mila). Di contro, diminuiscono i residenti albanesi (-4,6%), marocchini (-2,6%), filippini (-1,4%), moldavi (-3,5%) e polacchi (-0,7%)".

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