Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Attenzione, se a Trieste vince la destra rischia di saltare la convenzione con l'ICS per l'accoglienza dei migranti



Trieste, così come tante altre città di confine, ha da sempre convissuto con il fenomeno umano ed inevitabile della immigrazione. Cambiano le epoche, mutano a volte le cause, ma i processi immigratori ed emigratori sono una costante umana inevitabile. D'altronde in caso di  guerra in Europa anche noi potremmo diventare profughi. Profughi durante la prima guerra mondiale, nella seconda guerra mondiale, dopo il trattato di pace del 1947, durante le guerre in Jugoslavia ed oggi, chi fugge dall'Africa in guerra ed in crisi economica sociale ed umanitaria o da altre zone del mondo in guerra, chiede, come è ovvio che sia, aiuto dove è possibile e questo possibile è la ricca Europa. A Trieste il fenomeno dei profughi è significativo ma non con numeri importanti. Certo, delle falle ci sono state, basta pensare alla indecente situazione dell'Ex Silos durata, per fortuna, per un tempo molto limitato. Se vince la destra con la lega nord come forza vitale a Trieste rischia di saltare l'importante convenzione con l'ICS. Nel loro programma politico i leghisti scrivono:" Stop all'immigrazione clandestina! - rescissione della convenzione con Ics per la gestione dei clandestini - lotta all'immigrazione non regolamentata, anche in Regione e a Roma - sgombero dei beni pubblici e privati occupati abusivamente". Ora la legalità è legalità, chiaro, non sempre ciò che è legale è legittimo, altrettanto chiaro, ma etichettare come genericamente clandestini chi clandestino non lo è è una cosa che Trieste non si può permettere. E non si può permettere di vivere cinque anni di questa politica destra e dai connotati ben chiari. L'ICS Consorzio Italiano di Solidarietà - Ufficio Rifugiati Onlus è un'associazione privata, laica e senza scopo di lucro che svolge un'opera di tutela a favore di richiedenti asilo, rifugiati e persone titolari di protezione temporanea o sussidiaria presenti a Trieste e in Friuli Venezia Giulia e organizza servizi di accoglienza e integrazione nell'area nord orientale.La loro storia inizia nel 1993, durante la guerra nella ex Repubblica socialista Federale di Jugoslavia, con la promozione e il coordinamento, su tutto il territorio italiano, di una rete non governativa di accoglienza per i profughi provenienti sia dalla Bosnia Erzegovina che dalle altre aree coinvolte nel conflitto.A giugno 2001 l'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e l’ ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni italiani) danno avvio ad una prima sperimentazione che coinvolge una rete di 63 città sul territorio nazionale: è il PNA (Programma Nazionale Asilo). Nell'ambito della rete S.P.R.A.R., in convenzione con il Comune di Trieste, oggi ICS - Ufficio Rifugiati Onlus gestisce  circa 118 posti di accoglienza ove vivono i richiedenti asilo ed i rifugiati. Ad essi offrono orientamento e assistenza legale, sostegno all'orientamento socio-culturale e all'integrazione lavorativa e abitativa, mediazione linguistico-culturale. 
Insomma questo Istituto è una risorsa per Trieste e va tutelato e difeso e potenziato. 

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