Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

A Trieste ancora una volta scritte fasciste contro Claudia Cernigoi



A Trieste, in Via Marchesetti, angolo sul vicolo che porta in via Solferino, nella periferia della città, scritte contro Claudia Cernigoi, antifascista, storica, ricercatrice, componente del gruppo di Resistenza Storica. Probabilmente questa scritta, e non è la prima volta che ciò accade a Trieste, è dovuta alla vicenda della non foiba di Rosazzo, visto che insieme alla Claudia abbiamo lavorato per smontare la grande ed ennesima menzogna ed operazione di speculazione storica in chiave antipartigiana, antijugoslava ed anticomunista, che si è tentata in Friuli, partita non ancora chiusa.
Solidarietà piena a Claudia e che l'attenzione sia alta contro questi gesti infami.

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