L'ISTAT rileva che l’occupazione cresce per il secondo anno consecutivo (+186 mila,) ovvero parliamo di un misero +0,8%, anche se l'Istituto afferma che ciò avviene a " ritmi più sostenuti rispetto al 2014, portando il tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti)." L’incremento del lavoro alle dipendenze (+207 mila unità, +1,2%) riguarda soprattutto gli uomini e nella metà dei casi il tempo indeterminato, il cui aumento è concentrato nell’ultimo trimestre e dovuto agli over 50enni".
"Dopo sei anni di calo, torna a crescere il lavoro a tempo pieno (+110 mila, +0,6%) quasi soltanto tra gli uomini (+104 mila, +0,9%); continua, a ritmi meno sostenuti, la crescita del tempo parziale, ininterrotta dal 2010 e concentrata tra le donne. Dopo sette anni di aumento ininterrotto, nel 2015 la stima dei disoccupati diminuisce in misura significativa (-203 mila, -6,3%), soprattutto nella seconda metà dell’anno. A ciò corrisponde un calo del tasso di disoccupazione di 0,8 punti (dal 12,7% del 2014 all’11,9 del 2015). Nonostante l’aumento dell’ultimo trimestre, nel 2015 il numero di inattivi diminuisce per il secondo anno consecutivo (-84 mila, -0,6%) ma soltanto tra gli uomini (-110 mila, -2,1%) a fronte dell’aumento tra le donne (+26 mila, +0,3%).
Si amplia il gap di genere: l’aumento dell’occupazione maschile (+139 mila, +1,1%), più che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti). Al maggiore calo del tasso di disoccupazione delle donne si associa l’aumento del tasso di inattività, diminuito invece per gli uomini. Si riducono i divari territoriali, con la crescita dell’occupazione più accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione più forte di quello di disoccupazione. Gli stranieri segnalano una minore crescita del tasso di occupazione (+0,4 punti in confronto a +0,6 gli per italiani) e un calo più lieve di quello di disoccupazione (-0,7 rispetto a -0,8 punti). Più svantaggiate sono soprattutto le donne straniere: il tasso di occupazione scende (-0,4 punti a fronte di +0,4 le per italiane) e quello di inattività aumenta di più (+0,6 contro +0,3 punti). Gli andamenti migliori si registrano tra chi possiede un titolo di studio elevato, con un maggiore aumento del tasso di occupazione dei laureati che arriva al 76,5% (+0,7 punti contro +0,4 di quello dei diplomati e di chi ha conseguito al più la licenza media), a cui si associa il calo del tasso di disoccupazione e del tasso di inattività, in lieve aumento invece per chi possiede fino alla licenza media". Per quanto riguarda il FVG se il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni questo non avviene in Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia in cui rimane invariato. Si ricorda che il tasso di disoccupazione è il rapporto percentuale tra i disoccupati di una determinata
classe di età (in genere 15 anni e più) e l'insieme di occupati e disoccupati (forze lavoro)
della stessa classe di età. Si ricorda che a dicembre 2015 in FVG il tasso di disoccupazione era pari all'8,4% il peggiore del Nord Est.
Marco Barone
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