La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dopo la morte di Giulio Regeni, la maledetta speculazione mediatica del dolore






Basta. Semplicemente basta. Una madre ed un padre hanno perso un figlio. Una sorella ha perso un fratello. Una comunità ha perso un suo componente, giovane, idealista. La stampa, degna di nota, dovrebbe occuparsi di una sola cosa. Indagare perché la verità venga a galla. Indagare sul perché Giulio è stato scelto come bersaglio. Indagare sul perché la morte è avvenuta e comunicata nel giorno del summit con alcuni esponenti italiani in Egitto. Indagare sul chi è il mandante, sul chi è il carnefice. Indagare sulla sua uccisione. Senza far correre tempo, per evitare, come già avevo denunciato sin dalle prime battute, che si ripetesse un nuovo caso Alpi/ Hrovatin. Dopo due giorni, insoliti, perché è insolito che una vicenda del genere, conoscendo la stampa italiana, sia da prima pagina in via continuativa, e giustamente lo è stata, ora, come da canone ordinario, scivola nella scaletta dell'attenzione mediatica verso il basso. Tra speculazioni, vigliacche, tra i grandi pensatori che pensano(?) di aver capito tutto, tra infamate, accuse senza prove ed indizi, ora, per l'ennesima volta, si specula sul dolore. Cosa dovrebbe fare una madre? Gioire per la morte del proprio figlio? Abbiate rispetto della vostra etica, se ne avete una, lasciate che il dolore sia personale, abbassate quelle telecamere, chiudete gli obiettivi delle macchine fotografie, spegnete i vostri flash. Per una volta, dico e scrivo, abbiate rispetto. Perché il tutto che state immortalando e divulgando e rappresentando e mediatizzando è una roba semplicemente orribile.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot