La Barriera del Lisert è un vero imbuto. Ora, però, la Regione ha
dato il via libera al progetto che porterà all'ampliamento della barriera del Lisert, sull'autostrada A4, ritenuto compatibile con le norme di tutela ambientale ed in particolare con gli obiettivi di salvaguardia, conservazione e protezione delle aree carsiche e della riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Sono ben 14 le prescrizioni previste. Il progetto prevede l' incremento del numero di porte in uscita di 3 unità, passando quindi a 12 porte in uscita totali e 4 porte in entrata rimaste invariate, la realizzazione di un nuovo fabbricato di stazione, da realizzarsi seminterrato sotto l’ampliamento del piazzale che ospiterà le 3 nuove piste in uscita, la realizzazione di un piazzale di servizio, con parcheggio coperto per i dipendenti, in adiacenza al muro di contenimento del nuovo rilevato stradale, l’allargamento a tre corsie di marcia per un tratto di 350 m circa in avvicinamento al piazzale di uscita, l’adeguamento della pista di uscita per Monfalcone, la realizzazione di una nuova pensilina a protezione del gruppo principale di piste in uscita, il restringimento dello spartitraffico esistente, ed infine la rigeometrizzazione con conseguente ampliamento del piazzale in ingresso. Si prevede che i lavori di ampliamento della barriera del Lisert,
che verranno a costare 16 milioni di euro, inizino fra circa un anno.
Si tratta di un cantiere molto delicato, che rischia di essere anche invasivo per l'ambiente circostante. Dopo le prime osservazioni proposte dalle varie realtà consultate e le richieste di integrazioni, il Servizio valutazioni ambientali ha trasmesso le suddette integrazioni ed ha richiesto un parere a tutti i soggetti già precedentemente interessati e sulla documentazione integrativa, risulta che sono stati espressi i seguenti pareri: - Direzione centrale ambiente ed energia – Servizio difesa del suolo con mail di data 2 novembre 2015 – trasmissione decreto nulla osta idraulico; - Ispettorato agricoltura e foreste di Gorizia e Trieste con nota prot. n. 78662 del 30 ottobre 2015 – parere favorevole; - Provincia di Gorizia con nota prot. n. 32853 del 20 novembre 2015 - parere favorevole; - ARPA con nota prot. 39978 del 25 novembre 2015 – supporto tecnico-scientifico all’istruttoria - Servizio tutela del paesaggio e biodiversità con nota prot. n. 36609 del 26 novembre 2015 – parere favorevole con prescrizioni; - Servizio pianificazione territoriale con nota prot. n. 36666 del 26 novembre 2015 – conferma parere precedente favorevole.
Tra le criticità più rilevanti si segnalano che " gli impatti determinati, che rimangono sempre entro i limiti della sostenibilità, si possono identificare a carico della matrice idrica e della fauna; le valutazioni effettuate dal proponente risultano corrette e si ritiene che gli impatti determinati debbano essere ulteriormente mitigati tramite opportune prescrizioni di carattere tecnico e gestionale; - per la fase di esercizio, in un bilancio complessivo degli impatti generati e in virtù della sensibilità del territorio interessato e della valenza naturalistica, si ritiene che il progetto, nonostante costituisca uno sgravio della pressione antropica attualmente generata dallo scarico delle acque di piattaforma, vada attentamente monitorato per una puntuale verifica della sostenibilità ambientale dell’intervento che verrà verificata nella fase di monitoraggio post operam".
"In merito agli impatti acustici generati in fase di cantiere, si evidenzia come essi siano prioritariamente riconducibili a quelli nei confronti della fauna presente, in quanto più prossima al sito di cantiere e che potrebbe risentire in maniera maggiore dell’impatto arrecato. Se da una parte, infatti, la fauna subisce un processo di adattamento al rumore continuo prodotto dalla fase di esercizio, essa può risultare particolarmente sensibile ai rumori impulsivi prodotti dalla fase di cantiere. Il monitoraggio e le azioni mitigative proposte dal proponente risultano condivisibili ma, in ragione delle specie faunistiche presenti e della possibilità che le lavorazioni possano venir effettuate anche in periodo notturno, si ritiene necessario che le operazioni di maggior impatto acustico e di maggior stanzialità e durata debbano venir attentamente monitorate e, nel caso, ulteriormente mitigate. In merito agli impatti a carico delle matrici vegetazionali e faunistiche, si evidenzia come gli interventi di progetto siano esterni ai siti Natura 2000 e non determinino interferenze dirette su habitat di interesse comunitario. La fase di cantiere, inoltre, determinerà un disturbo temporaneo nei confronti della fauna, in un’area già caratterizzata dal disturbo del tracciato autostradale e caratterizzata da vegetazione prevalentemente boschiva che mitiga progressivamente l’impatto acustico. Inoltre eventuali ulteriori misure mitigative potranno essere stabilite sulla base dei monitoraggi. Eventuali problematiche possono, in ogni caso, essere risolte con specifici accorgimenti gestionali che evitino l’interessamento delle polle di acqua più prossime allo stradello di servizio parallelo al rilevato stradale, che pongano in atto verifiche preventive in merito alla nidificazione di uccelli nelle zone interessate, che prevedano il contenimento delle specie invasive e che inducano un attento e proficuo monitoraggio in corso d’opera".
La Regione, come già scritto in premessa, ha posto ben 14 prescrizioni :
1)Il proponente dovrà installare una barriera perimetrale, sul lato Sud dell’intero sviluppo del cantiere
attivo, con lo specifico scopo di ridurre la dispersione delle polveri sollevate dalle attività e, in particolar
modo, dal transito dei mezzi pesanti. Nello specifico, dovrà essere utilizzata una rete di recinzione
antipolvere di altezza non inferiore a 3 metri posizionata nel punto altimetricamente più favorevole. A
tale scopo il proponente dovrà verificare con Acegas‐Aps‐Amga la possibilità e le modalità realizzative
per la posa della citata recinzione al di sopra o nei pressi del rilevato che protegge la condotta
acquedottistica;
2) il proponente dovrà concordare con l’ARPA FVG e con il Servizio tutela del paesaggio e biodiversità il
Piano di monitoraggio acustico recependo le indicazioni fornite dall’ARPA FVG nel parere reso in data 25
novembre 2015. Tale Piano di monitoraggio dovrà prevedere misure sia in fase di cantiere che di
esercizio:
• in fase di cantiere dovranno essere definite le modalità di realizzazione e i livelli acustici che diano
evidenza di necessità di ulteriore mitigazione. Dovranno, altresì, essere previste delle ulteriori misure
mitigative da porre in atto qualora tali livelli acustici vengano superati. In corrispondenza delle prime
lavorazioni impattanti dal punto di vista acustico, che dal cronoprogramma presentato potrebbero
essere nella fase 1b) i “Movimenti terre”, il proponente dovrà realizzare una misurazione fonometrica
nelle condizioni di cantiere maggiormente attivo e con le specifiche tecniche suggerite da ARPA
stessa. Qualora i riscontri diano evidenza del supero dei limiti concordati, dovranno essere messe in
atto le ulteriori misure mitigative previste nel Piano di Monitoraggio quali, ad esempio, l’utilizzo di
barriere fonoassorbenti non vetrate. Tali misure mitigative dovranno, in tal caso, essere utilizzate
nell’ambito delle lavorazioni che prevedono movimenti terra nelle fasi 1b) “Realizzazione terza corsia
e 1c) “Ampliamento piazzale di stazione”;
• Per la fase di esercizio dovrà essere concordata, in particolare, con entrambi gli uffici l’ubicazione del
punto di monitoraggio acustico all’interno della zona umida di Sablici. I risultati dovranno essere
inviati agli uffici stessi, che potranno prevedere eventuali ulteriori misure mitigative quali, ad
esempio, barriere fonoassorbenti non vetrate;
3) L’asfalto fonoassorbente che verrà utilizzato dovrà garantire almeno le medesime prestazioni dissipative
dell’ASPHALT RUBBER evidenziate nel SIA nella tabella a pag. 290 e le prestazioni di dissipazione
acustica dovranno costituire un motivo di premialità in fase di aggiudicazione dei lavori;
4) in sede di progetto esecutivo, vista la vicinanza del recettore idrico superficiale, il proponente dovrà
valutare l’opportunità di realizzare lo scarico delle acque reflue assimilate alle domestiche nel corpo
idrico superficiale;
5) il proponente dovrà concordare con ARPA FVG e Servizio tutela del paesaggio e biodiversità le modalità
di realizzazione del piano di monitoraggio delle acque da porre in atto in corrispondenza della zona
umida di Sablici e dei pozzetti posti alla base degli embrici deputati alla raccolta delle acque di prima
pioggia dal sedime autostradale non servito dalla rete di raccolta delle acque meteoriche. In particolare,
dovranno essere concordati gli inquinanti oggetto di monitoraggio, la frequenza di campionamento, la
durata del monitoraggio e i limiti di concentrazione oltre i quali si verificherà la necessità di porre in atto
ulteriori misure mitigative, anch’esse da prevedere preventivamente nel piano di monitoraggio stesso.
Tra queste misure dovrà essere valutata anche la realizzazione di idonei dispositivi che permettano il
collettamento ed il trattamento delle acque di prima pioggia collegandolo all’impianto di trattamento già
realizzato o a un nuovo impianto;
6) i lavori di stabilizzazione del sedime dello stradello limitrofo agli stagni e alle estavelle dovranno essere
effettuati al di fuori del periodo compreso tra il 15 febbraio e il 31 agosto, al fine di non interferire con il
periodo di maggior sensibilità degli anfibi presenti. Tali lavori non dovranno essere effettuati durante le
ore notturne (dopo il tramonto). Inoltre dovrà essere evitata ogni interferenza con le zone umide, ad
esempio evitando il passaggio dei mezzi di cantiere in corrispondenza degli habitat igrofili ed il loro
danneggiamento, e adottando modalità adeguate in fase di stesura del materiale inerte al fine di evitare
che esso scivoli verso tali zone umide, anche mediante l’eventuale creazione di un ciglio di contenimento.
La scarpata dello stradello dovrà essere adeguatamente stabilizzata e dovranno essere previsti adeguati
accorgimenti che garantiscano l’assenza di cedimenti del materiale inerte verso le limitrofe zone umide;
7) in fase di cantiere, la circolazione sullo stradello limitrofo agli stagni e alle estavelle dovrà essere evitata,
a meno di particolari emergenze mentre, in fase di esercizio, dovrà essere regolamentata, anche
mediante la posa in opera di sbarra chiusa con lucchetto, e consentita esclusivamente ai mezzi a motore
impegnati per lo svolgimento di funzioni o servizi pubblici, per le manutenzioni dell’infrastruttura
autostradale e dell’acquedotto ACEGAS e ad altri soggetti aventi diritto (ad es. proprietari di eventuali
fondi cui si accede mediante tale tracciato). Nel caso venisse verificata l’impossibilità di posizionare tale
sbarra, dovrà essere apposta opportuna segnaletica stradale per limitare l’accesso allo stradello;
8) al fine di evitare la perdita di nidificazioni di specie di interesse comunitario, ed in particolare di rapaci, in
corrispondenza delle aree di cantiere in cui è previsto il taglio di alberi dovrà essere effettuato un
controllo preventivo per accertare l’eventuale presenza di nidi o, in alternativa, il taglio delle alberature
dovrà essere effettuato prima dell’inizio della stagione riproduttiva di tali specie;
9) il proponente dovrà adottare opportune misure per la gestione/lotta/contenimento delle specie invasive
nelle aree di cantiere o di movimentazione del terreno, tramite il contenimento di tipo meccanico delle
specie invasive e limitando la presenza di superfici nude di terreno;
10) nei ripristini ambientali che prevedono piantumazione di specie ad alto fusto dovranno essere utilizzate
Ulmus minor e Fraxinus angustifolia;
11) dovranno essere presenti in cantiere idonei presidi per consentire, in tempi rapidi, di impedire che
eventuali perdite di fluidi da parte dei mezzi impiegati nelle connesse attività vadano ad inquinare il
terreno e le falde sottostanti;
12) le operazioni di manutenzione e rabbocco dei macchinari utilizzati in fase di cantiere dovranno avvenire al
di sopra di superfici pavimentate impermeabili e dotate di rete di raccolta delle acque;
13) la velocità massima di transito dei mezzi di cantiere sulle strade non asfaltate dovrà essere limitata a 20
km/h;
14) in fase di progettazione esecutiva, il proponente dovrà recepire le indicazioni fornite dall’ASS n. 2 “Bassa
Friulana- Isontina” nel parere reso in data 3 giugno 2015 qualora non già ricomprese o non in contrasto
con le prescrizioni sopra riportate.
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