C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

La scuola dell'ISIS

E' uno Stato o non è uno Stato? Sicuramente l'ISIS, prodotto degli errori e degli orrori del nostro guerrafondaio e colonialista Occidente, ha un suo ministro dell'Istruzione, un Ministero all'Educazione, che produce documenti amministrativi diretti a tutte le scuole della provincia di Raqqa. Lo denuncia in un suo importante articolo, dal titolo "la buona scuola dello Stato Islamico" per Pagina99, un nuovo settimanale, Giuliano Battiston. 
“I nostri figli sono i boccioli dell'Islam” questa è la nota con la quale si apre uno dei documenti amministrativi prodotto da questo fantomatico pseudo-Stato Islamico. Il piano educativo vuole cinque anni di durata per la scuola primaria, quattro per la secondaria. Non esiste la nostra scuola media. Battiston denuncia che vi è una selezione rigida del personale educativo e docente. I docenti non qualificati, laureati senza esperienza, devono svolgere un corso di 10 mesi all'Istituto per la preparazione degli insegnanti. Mentre coloro che hanno maturato una esperienza devono frequentare obbligatoriamente un corso di Sharia e firmare, evidenzia Battiston, un atto di pentimento (sic!). Il ministro dell'educazione è un tale Dhu-al. Quarnain, tedesco di origine egiziana ed ogni atto prodotto da quel ministero ha una sua firma. Battiston rileva che quando l'Is conquista un nuovo territorio chi era affiliato a gruppi rivali può “vedersi risparmiata la vita” se firma l'atto di pentimento. Così come gli insegnanti possono mantenere il lavoro se “assicurano il proprio pentimento e se dimostrano di voler essere rieducati”. Il tutto in un sistema ove anche i bambini di 11 anni vengono addestrati, educati a combattere. L'indottrinamento è feroce, l'unica identità da difendere è quella religiosa e chi non si allinea è semplicemente un infedele, un apostata, la cui “sottomissione o uccisione è un dovere religioso”.  E la scuola dell'Is è presente soprattutto nelle zone di Mosul, in Iraq, e Raqqa in Siria e tale sistema di indottrinamento si estende anche alle Università di queste zone.  La scuola è ambito di consenso per l'Is, è il terreno ove preparare le nuove generazioni a difendere la " terra della fede". Ed a ciò ovviamente non si è arrivati dal nulla e dimostra l'importanza che riveste per ogni regime dittatoriale l'indottrinamento. In Europa lo abbiamo conosciuto con il fascismo e nazismo in primis. Solo una scuola ed una società incentrata sulla laicità è l'unica che può salvare le menti umane da distorsioni, estremismi religiosi e fondamentalismi. 

pubblicato per Tecnica della Scuola 

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