C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Gorizia, una triste ed indimenticabile giornata

Stamani, 14 ottobre, siamo stati ricevuti dal Prefetto, era presente anche il Questore di Gorizia. Dopo il primo incontro del 9 ottobre, che è stato determinante per dare una mera accelerazione alla questione non accoglienza dei richiedenti asilo, un centinaio che da mesi dormono per strada, è stato comunicato che 44 avranno da subito un tetto. Si è messa in moto la macchina e nella prossima settimana verranno trovate soluzioni concrete per gli altri richiedenti asilo. In concomitanza con tale incontro si è verificata l'emergenza sulle rive del fiume. 
Eravamo in Prefettura ed arriva la telefonata " aiutateci siamo in difficoltà, fate qualcosa". In tempo reale verranno chiamati dal Questore i soccorsi, che hanno supportato i volontari che erano già giunti sul posto. Perché a causa del pessimo tempo la situazione era diventata pericolosissima per i richiedenti asilo che si trovavano lì accampati ecc.
Si è sollecitata la Provincia affinché aprisse una delle sue strutture per dare un tetto in via provvisoria a queste persone. Ma la partita a ping pong continua e nel mezzo i richiedenti asilo, diventati una rete che divide Gorizia. E' stato addirittura, in via di esasperazione, contattato anche il Vaticano, da una delle volontarie, affinché le chiese letteralmente aprissero i propri locali ai richiedenti asilo, almeno per questi giorni di pioggia. Ma a parte l'aver ascoltato al telefono, a quanto pare, un canonico Ave Maria, nulla si è per ora mosso. Ad oggi si deve constatare che il muro alzato dal Comune, l'ambiguità della Provincia, l'assenza della Regione, il non aiuto da parte di quasi tutti i Comuni della provincia di Gorizia, sono stati devastanti e se in questa giornata non si è realizzata l'ennesima tragedia, lo si deve al pronto intervento dei volontari e di chi era lì presente oltre che da parte dei soccorsi che sono intervenuti appena contattati. Siamo in una situazione degradante, triste a livello umano.E la cosa che fa più rabbia è l'ipocrisia e la demagogia di alcune soggettività che esprimono tante belle parole sulla questione immigrazione, ma poi, salvo qualche rara eccezione, non alzano concretamente un dito per affrontare con coerenza il tutto. Gorizia sta mostrando il suo lato peggiore. Si è preso positivamente atto del mutamento di indirizzo della principale articolazione dello Stato sul nostro territorio, che si è attivata, dopo l'incontro del 9 ottobre partito dal basso, per concretizzare in tempi rapidi una soluzione dignitosa. Almeno in questa notte molti di loro avranno un tetto, certo è a Gradisca, certo è nella stessa struttura del CARA, ma così è. Tra le altre cose apprese in Prefettura è che il 9 ottobre è avvenuto uno dei primi ricollocamenti dei profughi, accaduti in Italia, con partenza dall'aeroporto di Ronchi.
Comunque sia, la manifestazione del 15 ottobre è stata confermata, con concentramento e presidio in Piazza Vittoria di Gorizia, simbolo della città, alle ore 16.00. Per dire non al razzismo, no ai muri della non accoglienza, no al degrado sociale provocato da chi sostiene politiche non conformi alla nostra Costituzione nata dall'antifascismo, sì al rispetto pieno dei diritti umani.

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