La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

FVG:arriva la prima convocazione di questo nuovo secolo degli stati generali dei Corregionali emigrati

Era stato richiesto nel 2014 dagli Enti e dalle Associazioni rappresentativi dei corregionali all’estero e la Regione FVG in questo ottobre 2015 convoca gli Stati generali dei Corregionali all'estero del Friuli Venezia Giulia a 22 anni da quelli che si tennero a Lignano nel 1993.  Nel documento del 2014 si riteneva “ necessario promuovere ed attuare nei prossimi anni un rilancio complessivo, in termini programmatici e finanziari, dell’azione della Regione Friuli Venezia Giulia nei riguardi dei corregionali all’estero con il duplice obiettivo: a) di assicurare un futuro alle numerose Comunità formate dai friulani, dai giuliano-dalmati e dagli sloveni presenti nel mondo mantenendo vitale ed aggiornato nel tempo il prezioso patrimonio di presenza sociale e culturale con particolare riguardo alla nuove generazioni dei discendenti; b) di valorizzare le opportunità e le risorse che i corregionali all’estero hanno rappresentato e rappresentano per lo sviluppo del ruolo internazionale del Friuli Venezia Giulia e delle iniziative di cooperazione promosse dalla Regione stessa”. 
E nella nota diffusa dalla Regione FVG si recepisce il tutto pienamente convocando i detti stati generali che si terranno il 16 e il 17 ottobre, nella sede della Regione di piazza Unità a Trieste. La Regione Friuli Venezia Giulia, sulla base di quanto previsto dall'articolo 6 della legge per gli interventi in materia di Corregionali all'estero (la 7/2002), affronterà questi importanti temi quali “ il rafforzamento del senso di appartenenza delle Comunità di corregionali all'estero alla cultura di origine, le nuove generazioni di corregionali, la valorizzazione delle attività imprenditoriali dei corregionali all'estero e il loro coinvolgimento nelle missioni di carattere istituzionale e economico della Regione e, infine, l'individuazione di nuovi strumenti di comunicazione”. Si stimano quasi in due milioni i corregionali emigrati nel resto del mondo ed in base alla LEGGE REGIONALE 26/02/2002, N.007, la Regione, in armonia con le disposizioni statali e comunitarie e nella considerazione che i corregionali all'estero sono parte della più ampia comunità regionale, opera per sviluppare i rapporti tra i corregionali all'estero e la regione e per conservare e tutelare presso le comunità dei corregionali stessi le diverse identità culturali e linguistiche della terra d'origine; per promuovere il coinvolgimento delle comunità dei corregionali all'estero nelle attività di promozione economica e culturale della regione all'estero, per sostenere il rimpatrio e il reinserimento, anche lavorativo, dei corregionali all'estero.
E' interessante notare quali sono gli ambiti territoriali che vengono presi in considerazione per le finalità di questa legge, affinché gli interessati possano accedere alle agevolazioni e misure varie come normate: si parla dei cittadini emigrati dal Friuli Venezia Giulia, i cittadini emigrati già residenti negli ex territori italiani passati alla Repubblica socialista federativa di Jugoslavia in forza del trattato di pace del 1947 e degli accordi di Osimo ratificati dalla legge 14 marzo 1977, n. 73, i loro familiari e discendenti, che risiedono stabilmente fuori del territorio nazionale; i rimpatriati, ovvero i corregionali di cui al punto precedente che dai Paesi di emigrazione, dopo una permanenza non inferiore a cinque anni, hanno fatto definitivo ritorno in regione da non più di due anni. Dunque essere rientrati definitivamente in un Comune della Regione Friuli Venezia Giulia da non più di due anni, essere stati all'estero per almeno cinque anni, essere cittadini italiani, essere espatriati da un Comune della Regione Friuli Venezia Giulia (o dagli ex territori italiani passati alla Repubblica socialista federativa di Jugoslavia in forza del trattato di pace e degli accordi di Osimo ratificati dalla legge 14 marzo 1977, N.73), ovvero essere famigliari o discendenti di persona espatriata come sopra indicato sono le condizioni per accedere ad una serie di importanti misure.  
Chiaramente qualche interrogativo potrebbe sorgere, ad esempio perché riconoscere agevolazioni e misure specifiche nei confronti dei cittadini emigrati da territori definiti ex italiani e poi passati alla Jugoslavia? Perché tale obbligo è stato assunto dalla Regione del FVG, quando questa nascerà come entità territoriale amministrativa solamente nel 1963? Un senso potrebbe sussistere per quella che veniva definita come provincia di Trieste, ma non per le altre province che poi faranno parte della Jugoslavia stante l'inesistenza in quel tempo di qualsiasi entità territoriale autonoma, amministrativa, omogenea ed unica assimilabile a quello che sarà il FVG. 
Una legge, questa del 2002, che forse verrà rivista in alcune parti reputate superate. Dunque si tratta della prima convocazione degli stati generali di questo nuovo secolo, convocazione che cade in una fase storica molto delicata che vede la regione FVG essere attaccata su diversi fronti e soprattutto che vive al suo interno diverse e complesse riforme che minano l'autonomia di decine e decine di Comuni a favore di una logica di accentramento che certamente non favorisce la democrazia piena, e che forse lede anche lo stesso spirito di autonomia di questa Regione come ottenuta nel lontano 1963. Sono sempre importanti le attenzioni dedicate a chi è emigrato dalla propria terra per diverse ragioni, spiace non dover notare la stessa attenzione e lo stesso entusiasmo e medesima sensibilità per tutte quelle persone che da mesi vivono in condizioni pessime in FVG, mi riferisco alla questione dei richiedenti asilo.

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